"Esempio di indomabile tensione pronta ad opporsi ad ogni potere"

La narratrice moscovita è autrice del post anti Putin: "Il sangue dei morti ricada su di lui. E’ un assassino"

Dopo Nadia Fusini, l’Università Stranieri conferisce la laurea honoris causa in Scienze linguistiche e comunicazione interculturale alla scrittrice russa Ljudmila Stefanovna Petruševskaja. "Un esempio per tutti, con la sua indomabile tensione ad opporsi ad ogni potere", è il saluto del rettore Montanari alla 82enne scrittrice ’moscovita’ artefice della più dura critica a Putin. "Questo riconoscimento è il nostro modo per dirle grazie per l’amore per il genere umano che ha saputo esprimere in tutta la sua opera letteraria". Il rettore cita il post su Facebook della Petruševskaja: "In Russia stiamo vivendo un momento terribile, ancora più tremendo di quello vissuto durante la seconda guerra mondiale, quando Hitler ci attaccò. Noi vivevamo nel profondo della Russia. La mia famiglia faceva la fame, io avevo la tubercolosi, chiedevo l’elemosina per strada. Avevo sette anni quando la guerra finì. Eppure ricordo ogni cosa! E sono cresciuta orgogliosa del mio popolo. Oggi i generali di Putin disonorano la Russia, la calpestano, le portano via i figli per una guerra meschina e rivoltante; una guerra contro quell’Ucraina che è parte di noi. Non faccio che piangere, mentre leggo le notizie su Internet e con l’Ucraina, mi preparo a fare la fame e a chiedere l’elemosina. Di questa guerra accuso il criminale numero uno, Putin. Che il sangue dei morti ricada sulla sua vecchia testa. Accuso lui di questa carneficina. E’ un assassino".

Segue la laudatio della professoressa Giulia Marcucci, docente di lingua e traduzione russa, che la definisce "astronauta dell’interiorità".

Quindi ’La prima lezione della professoressa Petruševskaja’ è un insieme di aneddoti, racconti di vita. Vestita di scuro, con un largo cappello nero e due occhi chiari e accesi, la Petruševskaja racconta di quando nel ‘91, per sfuggire all’arresto nel suo paese, preparò 15 uova e le mise in valigia insieme a pane e prosciutto, prendendo un treno verso Torino con i due figli. Racconta di un viaggio lungo due giorni, dell’arrivo a Grenoble dove era stata invitata ad un festival teatrale e di come riuscì a convincere la contessa Nicole, che l’aveva invitata a cena, a offrire la cena anche ai figli. "I miei figli avevano capito cosa mi si diceva al telefono, e che loro non erano stati invitati. Chi ha fame è molto intelligente". Poi l’invito al Festival di Taormina, di cui donò il compenso ad un centro per malati di Aids fondato da una rivista russa, che di lì a poco le avrebbe negato la pubblicazione di uno scritto profetico.