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Cronaca

Contestazioni e polemiche: il caso Carrai-Montanari e la questione delle università israeliane

Pino Di Blasio Le urla dello sparuto gruppo di contestatori hanno avuto come bersagli Carrai e Montanari. Ormai è una questione personale:...

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Le urla dello sparuto gruppo di contestatori hanno avuto come bersagli Carrai e Montanari. Ormai è una questione personale: dopo l’incidente e il dibattito saltato al liceo di Colle, con polemiche sui giornali, Karem Rohana (leader del gruppetto) ha rimproverato al presidente Giani di aver nominato Carrai al vertice della Fondazione Meyer. Che peso abbia questo nella tragedia di Gaza, è un mistero. Più intollerabile è la critica al rettore di stringere accordi con le università israeliane; perciò è stato tacciato di collaborazionismo. La stupidità dell’accusa sta nel fatto che le Università di Gerusalemme e Tel Aviv sono le culle dei manifestanti davanti alla Knesset e nelle piazze dai tempi della pericolosa riforma della giustizia di Netanyahu. Mesi fa ho assistito a cortei di studenti che uscivano dalle aule e manifestavano contro il Governo. Le Università sono il regno del pensiero libero, interrompere i rapporti vuol dire silenziare le voci pacifiche di Israele: ciò che vogliono sia Bibi che Hamas. Sbaglia anche Carrai a gridare all’antisemitismo, all’odio contro l’ebraismo, ogni volta che si contesta l’operazione di sterminio che Netanyahu sta portando a termine a Gaza. Da console d’Israele deve difendere il Paese, non solo il capo del Governo. Che non è il paladino di tutti gli ebrei ed è sempre più isolato nel suo bunker di paure, violenze e odio.

Può sembrare irriverente aprire il dossier mensa, ma anche qui c’è un dialogo tra sordi. I due rettori vogliono una seconda mensa e chiedono alla Regione di spendere i 4 milioni stanziati per Siena. Presidente e direttore del Dsu, incapaci di trovare una soluzione, hanno provato a dissuadere Giani dal promettere un’altra mensa. Per fortuna il governatore è un politico abile, dopo aver ascoltato l’intervento di Montanari ha promesso che troverà i soldi. Ora tocca all sindaco Nicoletta Fabio: sedersi al tavolo con i rettori e la Regione e trovare una sede alternativa a via Bandini. Un bene per la città, le università e la Regione.