Un’insistenza asfissiante, per quella che all’inizio sembrava una storia d’amore non corrisposta, ma era qualcosa di molto più grave; da Gioia Tauro un ventenne aveva raggiunto la ragazza, coetanea a Montalcino, dove si era trasferita per lavoro. Non solo la perseguitava con continui messaggi ma, una volta arrivato a Montalcino, si sedeva in una panchina davanti al locale dove lavora la ragazza. Per vederla quando usciva a servire i clienti seduti nei tavoli esterni.
I due si conoscevano da tempo a Gioia Tauro, poi l’insistenza del ragazzo che senza indugi era salito fino a Montalcino per seguirla. Con quali fini? Qui nasce la vicenda che ha fatto finire il ragazzo agli arresti domiciliari, disposti dal Giudice della indagini preliminari, avanzata dalla Procura. In un cestino dei rifiuti fuori dal locale dove lavora la ragazza, viene ritrovata una pistola. È carica, può uccidere. Il proprietario del locale, che l’ha trovata, informa i carabinieri della locale Compagnia. L’arma, con la matricola abrasa, viene posta sotto sequestro.
Una pistola che non offre alcun indizio per identificare il detentore. Il giorno successivo al ritrovamento dell’arma la ragazza, stanca di sentirsi osservata, chiama i carabinieri. Appena giungono sul posto, il ragazzo, come rivelano le telecamere di sorveglianza, si alza di scatto dalla panchina. Si reca, come se si sentisse - cosa peraltro vera - la persona osservata, dagli uomini dell’Arma. Viene identificato, risponde con tranquillità alle domande. Tutto finisce qui. Almeno apparentemente perché il ’fiuto’ investigativo dei carabinieri della locale Compagnia riesce a svelare l’inquietante, misterioso, arcano. Ovvero identificare chi era stato a gettare l’arma nel cestino. Sono le immagini delle telecamere di sorveglianza del locale a dare la risposta: a gettare l’arma nel cestino è stato, il giorno prima di essere identificato dai carabinieri, il giovane.
"L’uomo, secondo l’ipotesi accusatoria, è indiziato – si legge nella nota dei carabinieri – dei reati di atti persecutori e porto e detenzione di arma clandestina che sarebbero stati commessi, tra gennaio e settembre di quest’anno non solo nel comune di Montalcino ma anche in quelli di Gioia Tauro e Palmi, in Calabria. Il procedimento – si legge ancora – si trova nella fase delle indagini preliminari".
Sarà ora la giustizia a fare il suo corso e valutare i profili di responsabilità del giovane.