Sarzana e i beni pubblici, stop alla gestione senza gare

Parte il riordino del patrimonio: il Comune rivede tutte le concessioni e fissa le regole

Il sindaco Cristina Ponzanelli con Daniele Baroni, assessore a bilancio, patrimonio e demanio, personale e società partecipate

Il sindaco Cristina Ponzanelli con Daniele Baroni, assessore a bilancio, patrimonio e demanio, personale e società partecipate

Sarzana, 6 maggio 2019 - L'operazione di riordino del patrimonio comunale partirà dalla verifica dello stato degli atti: controlli urbanistici, sulla classificazione e la destinazione d’uso, l’aspetto giuridico-amministrativo dell’attuale utilizzo, la validità dei rapporti in corso, la correttezza dei canoni.

La chiarezza sull’utilizzo del patrimonio pubblico è sollecitata da anni ma ancora oggi sul sito online del Comune le informazioni indicazioni alla voce alla voce beni immobili e gestione del patrimonio sembrano decisamente non incomplete. Il patrimonio immobiliare che il Comune indica nel sito è solo un lungo elenco di terreni anche se indicato come aggiornato al 2019.

Sono circa 150 gli appezzamenti sparsi sul territorio sarzanese fra boschi, vigneti, orti, frutteti, uliveti. Ma possiede anche una decina di terreni a Ortonovo (ora Luni), una quindicina invece ad Arcola, poi ha un castagneto e un pascolo a Fosdinovo, e cinque ad Aulla in Lunigiana.

Non c'è traccia dei centri sociali sparsi nei quartieri, delle scuole e di tutto il patriomonio edilizio. E i centri sociali non compaiono neppure nell’altro elenco inserito alla voce ‘patrimonio’, quello dei canoni di locazione o affitto di cui l’ultimo riferimento è all’anno 2017. Tra i ‘fitti attivi’ ci sono gli appartamenti del condominio Olga alla Bradia, di cui nove assegnati a contratto sociale con un incasso mensile di circa 900 euro (il più basso è di 44 euro e il più alto di 174) e quattro a contratto per un totale di mille euro al mese che arrivano nelle casse del Comune (il canone più alto è di 310 euro e il più basso di 107).

Il Comune incassa poi 154 euro al mese per all’alloggio presso il cimitero di via Falcinello, 20mila all’anno per il commissariato , quasi 55 mila da Acam per i magazzini di via Silea, oltre 36mila per i locali di via Bertoloni affittati alla banca. Arrivano invece neppure 5mila euro l’anno per i locali nel vecchio mercato di piazza Terzi.

Ridotto notevolmente il beneficio per le casse pubbliche dell’antenna per la telefonia mobile installata dentro lo stadio: gli oltre 28mila euro l’anno del 2016 dop il rinnovo sono diventati 13mila. Sparita invece due anni fa l’indicazione del canone incassato per la casa di riposo Sabbadini che l’anno precedente era di quasi 130mila euro.

Tra i fitti attivi non ci sono gli spazi dell’ex Tribunale assegnati a Inps, Agenzia delle Entrate, Camera di commercio e Talent Garden, né i circoli. Sono venuti a mancare i soldi dell’alloggio presso l’ex pretura che nel 2015 erano circa 500 euro al mese. Ora l’amministrazione comunale sembra decisa a riordinare il suo patrimonio per razionalizzare le spese come continuava a chiedere la Corte dei Conti ancora lo scorso maggio approvando la relazione finale dell’ex giunta ma sottolineando la mancanza di risposte ai suoi rilievi per tutti gli anni precedenti fino al 2013, e di indicazione sulle azioni intraprese per contenere le spese.

Tra gli obiettivi dell’operazione anche l’efficientamento delle entrate e, soprattutto, il miglior impiego possibile delle risorse immobiliari. Il percorso prevede la verifica dei titoli di occupazione e l’eventuale avvio dei procedimenti per recuperarne la disponibilità finchè non sono pronti i bandi per affidarne la gestione.