Il mirto sulle colline di Ponzano? Ecco l'azienda agricola che non ti aspetti

Ivan Biagini, 34 anni, ha creato un’attività imprenditoriale

Ivan Biagini con una bottiglia di mirto

Ivan Biagini con una bottiglia di mirto

Santo Stefano Magra, 10 settembre 2019 - Il gusto inconfondibile del mirto non ha.... confini. Un aroma che viene comunemente collegato al sole e vento del mare ma che in realtà offre altrettanta qualità anche sulla collina di Ponzano dove cresce spontaneo tra alberi di olive e finocchietto selvatico.

L’idea di sfruttare la passione e l’arte contadina è venuta a Ivan Biagini, 34 anni, diplomato geometra che per lavoro è impegnato nei turni in una stazione di servizio a Santo Stefano Magra. Il pallino della coltivazione dei campi è partito dal nonno Giorgio e poi tramandato al padre Roberto e infine a Ivan anche se inizialmente piu’ per hobby che per autentica professione.

Ma quei terreni sulla collina che porta al borgo di Ponzano superiore andavano in qualche modo sfruttati con un tocco di originalità. E così proprio ispirandosi a ciò che di naturale e spontaneo nasce tra la vegetazione locale è nata l’azienda agricola specializzata nella lavorazione del mirto. La bacca non offre però soltanto il famoso liquore ma può essere utilizzata in varie declinazioni.

«Abbiamo pensato - spiega Ivan Biagini - al principio del riutilizzo e come insegnavano i contadini di una volta a evitare lo spreco. Oltre alla produzione del liquore infatti il mirto può essere utilizzato in diverse versioni. Per esempio abbiamo realizzato i biscotti, la pasta, l’olio aromatizzato oppure la crema. Tutto parte dalla bacca e poi viene elaborata, ovviamente appoggiandoci a laboratori specializzati per il liquore oppure pasticcerie».

Il frutto nasce rigorosamente sul posto e non c’è spazio per nessun elemento esterno. «In realtà - spiega - quando siamo partiti con questa avventura ci siamo affidati alla produzione di olio e vino come tante altre aziende. Poi abbiamo pensato a qualcosa di nuovo ed è arrivato il liquore. Abbiamo realizzato quello al basilico, maraschino, ai petali di rosa e infine il mirto autoctono utilizzando l’alcol biologico estratto dal granoturco. L’esperimento di impiantare la bacca proveniente dalla Sardegna è fallito in fretta perchè evidentemente non trova da queste parti il clima adatto. Ma tutto ciò che viene prodotto è frutto della nostra terra, come il nocino, uva fragola ma anche la pasta e i biscotti. C’era anche l’intenzione di dedicarci a una linea di cosmetici a base di mirto ma sarebbe stata una procedura lunga considerato che il laboratorio è in Lombardia».

Il sogno è quello di allargare la produzione e di riuscire a ravvivare, almeno a livello locale, il dopocena con un buon bicchierino di mirto da gustare consapevolmente.

Massimo Merluzzi