Il Festival della Mente fa litigare la politica

Botta e risposta tra il Pd che giudica le presenze inferiori a quelle dei tempi d’oro e Cambiamo che ribatte

Passata la festa non resta che... litigare. I temi non mancano: dai numeri delle presenze alla formula del Festival della Mente che ha appena archiviato la diciannovesima edizione. Si è aperto il botta e risposta politico tra il Partito Democratico e il gruppo Cambiamo con i primi che . ritengono necessario per il futuro della rassegna un cambio di passo per "incrementare il valore e per salvaguardare un bene pubblico acquistato con denaro dei cittadini e tradizionale fonte di significative ricadute per le categorie economiche". Anche sui numeri la visione, come al solito, è opposta. "Neppure quest’anno - prosegue il Pd - ci sarebbe da rallegrarsi troppo. Le presenze pur essendosi normalizzata la situazione e azzerati i timori sanitari sono state soltanto 26 mila, poco più della metà rispetto ai tempi d’oro. Nonostante la gioia del sindaco mancherebbero almeno 20 mila presenze rispetto al passato, sia perchè gli altri Comuni intorno a Sarzana da qualche anno sono bravi ad organizzare eventi culturali competivi con il Festival, ma soprattutto perché la formula di quest’ultimo va innovata affiancando eventi collaterali di effettivo richiamo ed interazioni con esperienze culturali, turistiche, naturalistiche e culinarie della nostra terra".

La risposta è arrivata da Giacomo Battistini del gruppo Cambiamo. "Il Pd è in stato confusionale - replica - prima chiede di spostare una parte del Festival verso altri Comuni della Val di Magra poi critica lo spessore degli ospiti per poi lanciarsi in una campagna di pura idolatria dell’alto commissario Onu Filippo Grandi forzando la mano sulla sua lectio per impostare una loro improbabile campagna elettorale della quale bisognerebbe proprio sentire l’opinione di Grandi. Adesso critica i numeri come se le 26 mila presenze in tre giorni non fossero un grande risultato per la città".

m.m.