Prato, tre ragazzi subito in isolamento. C’è il primo contagio a scuola

L’episodio al Brunelleschi Puggelli: "Pensiamo a un iter più snello per effettuare i controlli epidemiologici"

Scuola al tempo del Covid (foto d'archivio)

Scuola al tempo del Covid (foto d'archivio)

Prato, 18 settembre 2020 - Primo caso di Covid nelle scuole di Prato. Si tratta di una studentessa del liceo Brunelleschi di Montemurlo che frequenta la sede principale. La ragazza aveva eseguito il tampone lunedì, ma il giorno successivo, in attesa del risultato, si è presentata ugualmente in classe salvo poi scoprire di essere positiva.

È scatta così l’indagine epidemiologica da parte dell’Asl che ha deciso di sottoporre a tampone tre compagni di classe della ragazza, quelli che le erano stati più vicino, che attualmente si trovano in isolamento in attesa del test. "Il fatto che l’Asl abbia deciso di estendere i controlli solo ai compagni di banco più vicini alla studentessa significa che i protocolli della scuola hanno funzionato a dovere", spiega il presidente della Provincia Francesco Puggelli.

Al Livi così come al Brunelleschi, licei sotto la guida della preside Maria Grazia Ciambellotti, sono in vigore regole ferree: ingressi scaglionati, porte di entrata differenziate e niente ricreazione in spazi comuni. I ragazzi hanno a disposizione cinque minuti alla fine di ogni lezione per svagarsi le gambe, ma senza potersi alzare dal banco. Misure che possono sembrare fin troppo rigide, ma che in questo caso sono servite a scongiurare che tutta la classe finisse in quarantena. Anche perché è vero che i plessi si stanno attrezzando, ma al momento - tranne a San Niccolò - le scuole non sono pronte per garantire la didattica a distanza a chi si trova in isolamento.

Una soluzione al problema è rappresentata dai test rapidi, annunciati dall’assessore regionale Cristina Grieco. "Sono in fase di sperimentazione e presto potremo averli anche a Prato", conferma Puggelli. "I tamponi veloci, insieme all’istituzione del medico scolastico, sono le misure pensate dalla Regione per gestire la pandemia nelle scuole. In casi sospetti i ragazzi verranno accompagnati nella stanza Covid dove il medico della scuola insieme ad un infermiere effettuerà il tampone e nell’arco della mattinata si avrà la risposta. Un meccanismo più snello che eviterà di far perdere lezioni a chi effettivamente risulta negativo". "Per fortuna abbiamo protocolli molto rigidi e questo ha permesso di limitare i tamponi ad appena tre ragazzi", conferma Ciambellotti. "Certo è che se, in attesa dell’esito del tampone, quella ragazza non fosse venuta a scuola, sarebbe stato meglio. Serve responsabilità da parte di tutti, anche delle famiglie. Non è pensabile che una comunità di 36.000 studenti resti indenne: i casi all’interno delle scuole ci saranno, ma bisogna gestire la situazione e andare avanti". Silvia Bini