Felicità Lyria: vince l’Oscar del tessile a Première Vision

A Bruni uno dei Première Vision Awards per un tessuto lana-poliestere. Modernità e tradizione

Riccardo Bruni, secondo da sinistra, riceve  a Parigi il premio Handle

Riccardo Bruni, secondo da sinistra, riceve a Parigi il premio Handle

Parigi, 18 settembre 2019 - Ci sono ancora Prato e gran parte della sua storia nell’albo d’oro dei Première Vision Awards, assegnati ieri in chiusura della prima giornata di fiera. A portare a casa questa sorta di Oscar del tessile è stata Lyria, l’azienda di Montemurlo guidata da Riccardo Bruni, da anni punta di diamante del distretto. La cerimonia di premiazione è arrivata alla fine di una giornata di fiera tutto sommato positiva, con una discreta affluenza nelle hall 5 e 6, dove si trova la maggior parte delle aziende pratesi, anche se, come sempre, i più lontani dai varchi di accesso hanno pagato dazio alle enormi distanze da percorrere per passare da un capo all’altro del salone.

Oggi il secondo giorno, quello «storicamente» più proficuo e in una Parigi finalmente senza assilli di sicurezza (anche in fiera) e con il sole i numeri potrebbero migliorare ulteriormente. Quello andato a Lyria, premiata con il premio Handle per la maggiore e migliore risposta al tatto, è stato uno dei tre premi andati a aziede italiane: con Lyria anche il Lanificio Luigi Colombo nella categoria Grand Jury e Bonotto in quella Smart Creation. Bruni, come spesso capita, è uscito dagli schemi e ha parlato con franchezza: in un salone dedicato alla sostenibilità ha fatto capire qual è la sua visione del problema, perché di problema si tratta.

"Ho voluto spiegare che si tratta di un circolo più vizioso che virtuoso – dice dopo aver ritirato il premio – perché se tutti volessimo potremmo fare a meno di andare a recuperare le bottiglie di plastica per farne poi filato, basterebbe smettere di produrle. Ma siamo obbligati dal sistema a rimediare agli errori creati da altri; noi siamo piccoli tessitori, non possiamo salvare il mondo, così come non è colpa nostra se c’è inquinamento. E poi mi sembra così strano vedere questa corsa alla virtù e alla sostenibilità quando a Prato riciclavamo già nell’Ottocento e poi ci hanno fatto smettere e vendere i macchinari all’estero perché hanno iniziato ad andare di moda le fibre nuove, moderne e non naturali. Ora ci chiedono di tornare indietro".

Si tratta comunque di un premio che regala felicità: "È un premio all’innovazione tecnologica che ci ha consentito di creare questo tessuto misto lana-poliestere», spiega Bruni. «Ma voglio pensare che sia anche un riconoscimento ai miei 40 anni di lavoro nel tessile, all’esperienza accumulata da quando per la prima volta mi sono messo a un telaio".

Com’è nato il tessuto premiato? "Per spiegarlo alla giuria e agli organizzatori della fiera – conclude Bruni – ho scritto loro il numero di un volo della Kml con il quale sono andato a Shanghai. Io, vestito vintage con pantaloni degli anni ’50, seduto comodamente nella modernità come non lo ero mai stato prima. Comodità, modernità ma anche tanta tradizione".

m.g.