Coronavirus, azienda si riconverte e produce mascherine: "Anche noi uniti nella battaglia"

La storia della ditta Dreoni, che sforna 1500 pezzi al giorno

Da sx Giani, Franco e Sergio Dreoni, titolari, e Primo Bosi, sindaco Vaiano

Da sx Giani, Franco e Sergio Dreoni, titolari, e Primo Bosi, sindaco Vaiano

Vaiano (Prato), 16 marzo 2020 - "E' una goccia nel mare della solidarietà, ma ci siamo mobilitati subito quando il sindaco ci ha chiesto  se potevamo dare una mano. Oggi produciamo 1500 mascherine al giorno e pensiamo di offrirne anche di più nei prossimi giorni". Franco Dreoni, titolare di una ditta di Vaiano (Prato) specializzata in tessuto per caravan e auto, non ci ha pensato due volte. Stamani ha ricevuto la visita del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani che a nome di tutta la Toscana lo ha ringraziato.

Dreoni come è nata questa mobilitazione? "Il sindaco di Vaiano Primo Bosi ci ha chiesto una settimana fa se potevamo dare una mano e ci siamo messi subito a disposizione"

Quante mascherine producete? "Inizialmente 500, ora siamo arrivati a 1500 al giorno, ma contiamo di aumentare fino a 2000. Ho messo parte della produzione a fare solo questo".

Come le realizzate? "In tessuto non tessuto, tre strati con filtraggio per favorire la respirazione. Abbiamo chiesto alla Regione gli standard da seguire e uno studio specializzato ha analizzato le fasi di produzione. E siamo partiti".

A chi le date? "In primis al Comune di Vaiano, ma siamo stati contattati anche da ospedali come il Meyer"

Le mettete a disposizione gratis? "Di fatto abbiamo un minimo realizzo, tipo rimborso spese, proprio per coprire ai minimi termini il lavoro, ma lo facciamo volentieri. Sicuramente ci sentiamo parte in causa in questa battaglia che tutti stanno facendo mettendo a disposizione cosa sanno fare".

Avete ricevuto la visita del presidente del Consiglio regionale Giani. Un segnale di vicinanza e conforto.

"Ci ha fatto molto piacere, come le sue parole. Ci spingono ad andare avanti e a fare di più"

Andrà tutto bene?

"Se prendiamo esempio dai miei lavoratori sì. Sabato per fare più mascherine possibili hanno lavorato dalle 7 di mattina alle 4 di pomeriggio. Io sono la mano, loro le dita. Tutti insieme ce la faremo".