"Molestata a 16 anni dall’educatore". L’accusa: incubo nella casa famiglia

La ragazza ha denunciato per violenza sessuale l’uomo a cui era stata affidata dopo l’abbandono dei genitori

Crescono le violenze contro le donne

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Prato, 14 luglio 2020 - Molestata nella casa di accoglienza per ragazzi in difficoltà dall’uomo che aveva fondato e gestiva quella struttura piena di adolescenti. E’ la terribile accusa che una ragazza, oggi venticinquenne, ha rivolto – nel lontano 2014 – a quell’educatore, 47 anni, che l’aveva presa sotto la sua ala protettiva, che l’avrebbe dovuta difendere ma che, invece, secondo quanto la giovane racconta, così non avrebbe fatto. Una storia agghiacciante se confermata che risalirebbe al 2011, anno in cui la ragazza – all’epoca sedicenne – era ospite della struttura che si trovava a Prato e che adesso non esiste più.

A finire sotto inchiesta è l’uomo (di cui omettiamo il nome per evitare di rendere riconoscibile la presunta vittima) che aveva fondato quella struttura e che dava ospitalità a bambini e ragazzi in difficoltà. Un luogo frequentato da tanti adolescenti dal passato difficile che lì trovavano un ambiente familiare in cui cercare un po’ di serenità. Così non sarebbe stato per la giovane che accusa quello che doveva essere il suo benefattore di essere in realtà un orco, un uomo che avrebbe alzato le mani su di lei toccandola più volte quando gli altri compagni non vedevano. L’uomo oggi è a processo e deve rispondere della pesante accusa di violenza sessuale nei confronti della ragazza che all’epoca non era ancora maggiorenne. Il processo doveva riprendere ieri ed è arrivato quasi alla conclusione, ma l’udienza è stata rinviata per impedimento del difensore. Il collegio dei giudici, presieduto da Francesco Gratteri, ha rinviato tutto a gennaio quando ci potrebbe essere finalmente, a quasi dieci anni di distanza dai fatti, la sentenza. Il fascicolo, aperto dal pm Egidio Celano trasferito poi a Pisa, è ora nelle mani del pubblico ministero Laura Canovai, specializzata nei reati contro le fasce deboli. La giovane non si è costituita parte civile nel processo, ma è stata sentita come testimone. Durante la sua deposizione ha raccontato di aver subito gli abusi da parte dell’uomo che, in più occasioni, avrebbe alzato le mani su di lei toccandola nelle parti intime.

La ragazza era finita nella casa di accoglienza in quanto era stata abbandonata dai genitori naturali appena nata. Prima, però, era partito un procedimento di adozione da parte di una famiglia che risiede in un’altra provincia toscana. Poi quell’adozione non è andata a buon fine. Fatto sta che la ragazza si è ritrovata da sola ed è stata affidata alla casa di accoglienza pratese dove ha vissuto per qualche anno. I fatti riferiti risalirebbero al 2011 ma la denuncia è stata presentata soltanto nel 2014 quando la presunta vittima, nel frattempo, è diventata maggiorenne. Si spera che a gennaio questa brutta storia arrivi finalmente al capolinea.