"Palestra", "piscina", "terreni di gioco". Saranno queste, con tutta probabilità, le parole-chiave del prossimo inverno in merito all’impiantistica sportiva.
Con "palestra" si intende quella di via Dossetti, riportata in auge lo scorso sabato da uno striscione ("Siamo pronti per la nuova palestra. E voi?") che le tesserate e i tesserati dell’Arcobaleno hanno esibito durante il "Prato Sport Show" nel tragitto dalla stazione del Serraglio a piazza delle Carceri, per chiedere conto della situazione attuale della nuova infrastruttura annunciata per la prima volta nel pre-Covid al termine del primo mandato dell’ex-sindaco Matteo Biffoni.
I lavori partirono ormai quattro anni fa con il termine del cantiere che, nel cronoprogramma originario, era previsto a quanto pare per l’estate del 2023. Ad oggi l’edificio non è ancora fruibile e la società ha fatto presente come l’indisponibilità rappresenti un ostacolo alla crescita del club, che per mancanza di spazi si è trovato a dover rifiutare nuove iscrizioni. Il sindaco Ilaria Bugetti ha fatto sapere di aver avuto un colloquio positivo con alcuni rappresentanti della società sportiva, nel corso del quale le ha rassicurate circa l’impegno dell’amministrazione e del Comune. E l’assessore ai lavori pubblici Marco Sapia ha fatto il punto: non c’è ancora una data di consegna precisa, ma i lavori non sarebbero lontani dall’ultimazione e si attende a quanto pare la posa di una cabina di trasformazione a media tensione da parte di E-Distruzione. "Una volta che questo passaggio sarà stato effettuato – ha detto – il Comune potrà provvedere alle ultime opere collaterali".
Poi c’è il capitolo "piscina", alias lo "Stadio dell’Acqua" che sorgerà a Iolo: un complesso natatorio comprendente una vasca da 25 metri ed una da 50, per un progetto da 16 milioni di euro (6,5 dei quali finanziati dal Pnrr) che promette di proiettare Prato nel gotha del nuoto nazionale (dando sulla carta la possibilità alla città di ospitare i campionati italiani assoluti che oggi si alternano fra Roma e Riccione). Se nei giorni scorsi l’ex-candidato sindaco Jonathan Targetti aveva sollevato la questione, ieri il capogruppo della Lega Claudiu Stanasel ha annunciato l’intenzione di presentare un’interpellanza sul tema. Una decisione maturata a seguito del sopralluogo effettuato due giorni fa, al termine del quale l’esponente del Carroccio ha posto seri dubbi sul fatto che il cantiere (che sul sito del Comune risulta esser stato aggiudicato con una determina del maggio 2023) possa chiudersi entro i tempi previsti. "L’area, che avrebbe dovuto ospitare un cantiere attivo per un’opera di grande rilievo per Prato e lo sport cittadino, oggi versa in stato di abbandono e incuria. Senza alcun segno di attività – ha attaccato Stanasel - è fondamentale completare lo Stadio dell’Acqua entro la primavera del 2026 per garantire la rendicontazione dei fondi all’Unione Europea. Con i ritardi attuali, il rischio di non rispettare queste scadenze è più concreto". In questo caso, l’assessore Sapia ha fatto sapere che attualmente sono in corso sul terreno che ospiterà la maxi-struttura le indagini volte ad assicurarsi che non vi siano ordigni bellici risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Qualche novità positiva potrebbe infine arrivare dal capitolo "campi", in particolare dall’intervento previsto al Fantaccini riguardante l’illuminazione: meteo permettendo, la ditta dovrebbero riprendere definitivamente i lavori entro la fine della settimana. Per rendere l’impianto nuovamente fruibile entro un paio di mesi, per una scadenza prevista anche per l’operazione di realizzazione del campo in sintetico al Ribelli di Viaccia.
Giovanni Fiorentino