Consorzio di bonifica: avvisi di pagamento soltanto tramite pec. Ma nessuno lo sa

Abolite le bollette cartacee per i professionisti, però non arriva nessuna comunicazione per informare sul cambio di modalità. Così ci si ritrova facilmente in mora e bisogna pagare la sanzione

Avvisi di pagamento solo tramite Pec

Avvisi di pagamento solo tramite Pec

Prato, 27 maggio 2023 – Se siete dei professionisti e per un qualsiasi motivo avete attivato o siete stati costretti ad attivare un indirizzo Pec, cioè la posta elettronica certificata, allora sarà bene appuntarsi che la richiesta di pagamento del contributo di bonifica non arriverà più nella cassetta della posta. Secondo una disposizione di legge, i consorzi di bonifica (compreso quindi quello di riferimento per la provincia di Prato, cioè il 3 Medio Valdarno) sono autorizzati a individuare su un registro pubblico tutti i professionisti (proprietari di un’abitazione) in possesso di Pec.

A quel punto si più dire addio definitivamente alla ricezione nella cassetta della posta dell’avviso con la richiesta di pagamento del contributo.

La logica dietro questa disposizione di legge è quella di risparmiare carta e trasferire il più possibile le operazioni sul digitale. Peccato però che non arrivi alcuna informazione preventiva su questo cambiamento di modalità di invio dell’avviso di pagamento. E peccato che non vi sia alcun reale accertamento del fatto che la posta elettronica certificata sia realmente monitorata dal professionista. Molto spesso, infatti, le Pec vengono attivate solo per obbligo professionale, ma poi non sono davvero controllate in quanto non arrivano mail per mesi.

Di fatto, secondo questa logica incomprensibile, il professionista dovrebbe guardare di continuo la Pec, che molto spesso non avrebbe nemmeno voluto attivare se non costretto, così da trovare in tempo l’arrivo della bolletta del consorzio di bonifica. Dal canto proprio il consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno ha deciso di muoversi in questa maniera. Prima invia una mail alla posta elettronica certificata per accertarsi che quell’indirizzo esista veramente. E poi di seguito invia la richiesta di pagamento. Sarebbe sensato, vista la novità, chiedere conferma di avvenuta ricezione della mail, ma questo non accade.

E così passano i mesi e il pagamento resta inevaso. A quel punto, probabilmente, qualcuno potrebbe farsi venire in mente l’idea che la mail non è monitorata, ma niente: il consorzio decide di tirare dritto e di mandare l’ultimo sollecito, comunicando che in caso di ulteriore mancato pagamento "affiderà la pratica all’agenzia di riscossione che provvederà a notificare una cartella di pagamento, con oneri di notifica a carico del destinatario".

Di fatto il professionista, ignaro di quanto sta accadendo, si ritrova di punto in bianco ad essere moroso. E a dover aggiungere una cartella esattoriale da 5,80 euro all’importo dovuto al consorzio di bonifica. Insomma, la classica vicenda tutta all’italiana: il consorzio non riceve il tributo richiesto, il professionista diventa moroso, l’Agenzia delle Entrate si ritrova con una pratica in più utilizzando per la notifica dell’atto quell’avviso cartaceo che originariamente lo Stato voleva evitare per non sprecare carta. Per scongiurare tutto questo, comunque, c’è una strada: chiedere la domiciliazione del contributo al consorzio. Per info: [email protected].