Camminate pericolose "Basta moto da enduro sui sentieri del Cai Intervenga la Regione"

Il Movimento 5 Stelle presenta una mozione dopo nuove segnalazioni. La consigliera La Vita: "Mezzi senza targa rovinano anche l’ambiente". La presidente Cai chiede la svolta: "Problema segnalato da anni".

La presenza sui sentieri Cai in Calvana e sul Monte Javello delle moto da enduro diventa un caso politico. Da anni si susseguono le proteste dei camminatori per la difficile convivenza con queste motociclette da sterrato, accusate di deturpare l’ambiente e di essere pericolose per chi fa trekking. Adesso le segnalazioni vengono formalmente portate all’attenzione del consiglio regionale con una specifica mozione presentata dalla capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti. Il nodo è tutto legato all’incertezza normativa in materia, che mette i Comuni nella difficoltà di vietare il transito alle moto da enduro su questi sentieri.

"Chiediamo alla Regione di interfacciarsi col governo – dice Galletti –. Questi sentieri non sono assimilabili a strade e quindi non hanno funzioni di circolazione. Per questo il transito di questi mezzi a motore deve essere vietato senza incertezze". Il problema viene rilanciato da Prato, ma riguarda tutte le aree collinari e montane della regione: "Purtroppo questa problematica si verifica sempre più spesso – aggiunge la capogruppo in Comune a Prato del Movimento 5 Stelle, Silvia La Vita –. Nel nostro territorio sono frequenti gli episodi di enduristi che si spostano anche sui sentieri Cai senza targa, arrecando danni alla flora e alla fauna, in particolare alle praterie della Calvana, e mettendo a rischio la sicurezza degli escursionisti".

La Vita evidenzia anche un paradosso: "Nonostante si parli tanto di tutela dell’ambiente e di turismo lento e sostenibile – sottolinea – ci sono motociclisti che, all’interno di aree protette come la Via della Lana e della Seta, sembrano fare ciò che vogliono, senza subire alcuna sanzione". A confermare la sussistenza del caso è lo stesso Cai. La presidente Paola Fanfani ricorda che "il problema è annoso" e che le moto da enduro "sono pericolose e sciupano il fondo dei sentieri". Rossano Rocchi, invece, ribadisce come il divieto di transito sia importante al di là dei reali numeri di transito dai sentieri Cai.

"Bastano anche pochi transiti al mese di moto da enduro per creare enormi danni all’ambiente", spiega Rocchi. Di fronte a questa situazione di proteste e incertezza il Movimento 5 Stelle, quindi, fa pressing sulla giunra regionale: "È giunta l’ora che la Regione porti la questione al governo – conclude Galletti –, avviando nelle sedi opportune l’interlocuzione istituzionale per rivedere le norme nell’ottica della maggior tutela del nostro tesoro naturalistico regionale di percorsi e sentieri. Dal voto dell’aula ci aspettiamo, dunque, l’unanimità per un atto di buon senso che servirà non solo alla Toscana ma a tutte le regioni italiane".

Stefano De Biase