Aziende sempre vuote. In provincia servono ottomila lavoratori. Ricambio insufficiente

Anche il nuovo rapporto Cna conferma la tendenza in atto da tempo. Ci sono però 6mila studenti che vogliono aprire presto una start up. Indagine Cgia di Mestre sulla popolazione: qui il record di occupabili.

Aziende sempre vuote. In provincia servono ottomila lavoratori. Ricambio insufficiente

Aziende sempre vuote. In provincia servono ottomila lavoratori. Ricambio insufficiente

A Prato e Pistoia si stima che nei prossimi anni saranno necessari circa 10.000 operai, 3.000 tecnici e 1.000 impiegati, di pari passo però ci sono già oltre 6.000 studenti orientati ad aprire start up nelle due province. Per l’area pratese si parla di una cifra che si aggira sulle 8mila unità, mentre per quella pistoiese di 6mila unità. Sono questi, solo alcuni dati emersi dal terzo rapporto Mismatch Cna Toscana Centro, realizzato nell’ambito del progetto regionale Futurarti in collaborazione con Simurg ricerche con un’indagine tra 263 imprese associate di Pistoia e Prato, che hanno quantificato, suddividendolo per province, il problema del Mismatch analizzandolo in relazione al sistema dell’istruzione.

La presentazione del report completo avverrà domani dalle 10 nella sede direzionale della Cna Toscana Centro. Il tema della giornata è "Le aziende artigiane di fronte alle sfide del futuro: relazioni con il territorio e con il sistema dell’istruzione, fabbisogni professionali e transizione generazionale". L’argomento sarà affrontato insieme a rappresentanti istituzionali, sindacali, imprese, dirigenti scolastici. Dopo i saluti di Claudio Bettazzi, presidente Cna Toscana Centro, si entrerà nel vivo della presentazione dei risultati del progetto Futurarti, fabbisogni delle imprese e aspettative del mondo dell’istruzione, con gli interventi di Moreno Toigo, ricercatore Simurg Ricerche (Rapporto Mismatch 2024: situazione attuale delle competenze per le imprese e risultati delle azioni del triennio), Giacomo Buonomini, responsabile politiche formative Cna Toscana Centro (Le aziende artigiane di fronte alle sfide del futuro: relazioni con il territorio e con il sistema dell’istruzione, fabbisogni professionali e transizione generazionale) e Chiara Nencioni, responsabile regionale area sindacale, lavoro e formazione Cna Toscana. Le conclusioni sono affidate ad Alessandra Nardini, assessora Regione Toscana a Istruzione, formazione professionale.

Intanto i risultati di una indagine di Cgia di Mestre, Associazione Artigiani e piccole imprese Mestre, evidenzia che la contrazione della popolazione in età lavorativa non riguarderà Prato tra il 2024 e il 2034, come invece emerge per altre province italiane. Secondo lo studio della Cgia, infatti, Prato a differenza di tutte le altre province presenterà un risultato anticipato dal segno più: +0,75% pari a un valore assoluto di +1.269. Il risultato positivo di Prato e di quelle province che hanno subito le contrazioni più contenute delle altre è riconducibile al fatto che, tra le altre cose, queste realtà territoriali presentano un tasso della popolazione straniera su quella residente molto elevata, abbassando così l’età media e incidendo positivamente sulle nascite.

Secondo le stime elaborate da Cgia le contrazioni della popolazione in età lavorativa più importanti riguarderanno, in particolare, il Sud. Basti pensare che tra il 2024 e il 2034 sarà Agrigento la provincia italiana che registrerà la recessione demografica della popolazione lavorativa più importante: -22,1% pari, in termini assoluti, a -63.330 unità.

Sa. Be.