DAVID ALLEGRANTI
Pecore Elettriche

Senza soldi impossibile riuscire a fare politica

La democrazia – come tutto – costa

Pecore elettriche

Firenze, 23 luglio 2023 – Fare politica senza soldi è impossibile, perché la democrazia – come tutto – costa. Ne sa qualcosa Forza Italia, oggi appesa ai debiti della famiglia Berlusconi e, finché c’era Berlusconi, ai soldi del fondatore del centrodestra.

Ne sa qualcosa, sorprendentemente, anche il capogruppo del M5s al Senato Stefano Patuanelli, che al Corriere della Sera ieri ha detto: "È necessario reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti". I cittadini, ha aggiunto, "devono sapere quale nodo da sciogliere sta dietro il finanziamento: bisogna garantire alle forze politiche l’esercizio delle loro funzioni democratiche".

Magnifico: persino chi ha campato per anni grazie alle malizie del gentismo oggi si accorge che i partiti non possono funzionare senza quattrini.

Il gentismo fin qui non ha fatto distinzioni: i politici devono essere infelici e poveri, perché il disagio va collettivizzato, la decrescita (infelice) va applicata anche ai parlamentari (da qui anche il taglio del numero di deputati e senatori) e ai partiti politici.

Comunque, per Patuanelli c’è un’occasione: il Pd, che con il populismo ha giocato in più di una circostanza (è a Enrico Letta che si deve l’eliminazione dei rimborsi elettorali), a inizio di questa legislatura ha presentato un disegno di legge al Senato per modificare il finanziamento dei partiti politici. Primo firmatario Andrea Giorgis, insieme a Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari Costituzionali.

«Il presente disegno di legge mira a dare una più organica ed effettiva attuazione all’articolo 49 della Costituzione e, in particolare, al diritto che esso riconosce ai cittadini di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare l’indirizzo politico delle comunità in cui vivono”, scrivono i firmatari. L’articolo 49 della nostra Costituzione è infatti rimasto inattuato e oggi i partiti politici vivono in una condizione di opacità; la sua attuazione permetterebbe allo Stato di avere un maggior controllo sulle necessarie risorse di cui i partiti oggi avrebbero un gran bisogno, anche per evitare le storture – a voler essere gentili – che in passato ci sono state.

"Assicurare ai partiti politici un finanziamento pubblico ragionevole, condizionato al rispetto dei principi di democrazia interna e di gestione trasparente delle risorse, rafforzando al tempo stesso i limiti al finanziamento privato, contribuisce ad assicurare la separazione e l’autonomia della sfera politica dalla sfera economica".

Il disegno di legge presentato dal Pd permetterebbe, fra le altre cose, di "incrementare le risorse pubbliche che possono essere destinate dai cittadini ai partiti politici": l’autorizzazione di spesa relativa al fondo per l’attuazione della destinazione volontaria del due per mille verrebbe aumentata da 25,1 a 45,1 milioni di euro. Naturalmente, i partiti che fossero d’accordo con questa proposta dovrebbero anche spiegare alla cittadinanza, con una campagna di comunicazione, che esiste questa possibilità, che il denaro non è lo sterco del demonio e che finanziare la politica e i partiti non è un delitto pubblico. Dopo anni e anni di gentismo sarebbe una vera rivoluzione.

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