Il Pd toscano e il ritorno di Letta. Ora la battaglia è sul congresso

Nardella chiaro: "Non si può arrivare al 2023". Fabiani: "Sarà un segretario con pieni poteri"

Dario Nardella con Nicola Zingaretti

Dario Nardella con Nicola Zingaretti

Firenze, 12 marzo 2021 - Il "professore", "Il Draghi del Pd", "Il normalizzatore illuminato", "L’altro Enrico 2.0", "Il rasserenato, ma non per merito di Renzi". Chiamatelo come volete, ma Letta potrebbe fare il miracolo di ricomporre anche un asse non più di lotta tra la Toscana e il Nazareno. Laddove Zinga è inciampato, potrebbe intervenire il dem pisano di ritorno dall’autoesilio francese. Perché così potrebbe andare bene un po’ a tutti. In primis agli zingarettiani che devono ritrovare il sentiero maestro, a Base riformista (maggioranza in Toscana con i post renziani) che con Letta deve fare i conti visto che potrebbe essere il segretario che porterebbe il partito al congresso del 2023 (nel 2022 ci sarà quello toscano). E in fondo può star bene anche al fronte degli amministratori (Nardella leader, Biffoni in scia) che possono incamerare ancora consenso sul territorio per poi dare l’assalto al Nazareno, semmai non nel 2023, con le spalle ancora più larghe.

"Mi auguro che Letta possa intraprendere una strada nuova, anche pacificando le diverse anime. Il che non significa unanimismo, ma discutere con rispetto" dice Nardella. Uomo giusto al momento giusto, aggiunge ricordando l’anima riformista di Letta ma non si può andare lontano: "L’idea di arrivare fino al 2023 è inconciliabile con la necessità del Pd che si deve ripensare". Zacchete.

Anche Enrico Rossi dice "no al falso unanimismo e sì a Letta rottura col passato" tanto che può essere "il garante di una discussione serena". Eugenio Giani richiama la sua toscanità: "Evviva Letta? Certo, è un toscano". Valerio Fabiani, capo degli zingarettiani in Toscana, scaccia tempi brevi per il congresso: "Letta può portare a compimento il processo di cambiamento interrotto da una sorta di patto di sindacato imposto da una parte del gruppo dirigente Pd. Sono gli stessi che oggi dicono che Letta può andar bene a patto che duri poco e che si faccia presto il congresso, cioè le primarie. Mai come ora serve un segretario nel pieno del suo ruolo e con un mandato politico forte fino al 2023".