Nardella: "Firenze può essere un buon laboratorio politico per un Pd unito"

Il sindaco parla delle scelte della giunta che hanno portato agli ingressi di Andrea Giorgio e Maria Federica Giuliani

Il sindaco di Firenze Dario Nardella

Il sindaco di Firenze Dario Nardella

Firenze, 1 luglio 2022 – La nuova giunta fiorentina, con più anime dem, può far sì che Firenze diventi “un buon laboratorio politico per un Pd unito e compatto: sono certo che la nostra esperienza può dare un supporto all'azione di Enrico Letta che fin dal primo giorno da segretario si è impegnato per pacificare le diverse anime del partito”.

A dirlo, a margine di un evento a Palazzo Vecchio, è il sindaco di Firenze Dario Nardella. Si parla, naturalmente, del rimpasto. Per ricapitolare: fuori Alessandro Martini, dentro Andrea Giorgio (orlandiano) e Maria Federica Giuliani (franceschiniana). E' stato deciso anche un cambio di deleghe e Nardella ha scelto di affidare la cultura al vice sindaco Alessia Bettini. In pratica il sindaco è riuscito a non scontentare nessuno a livello di correnti e questo può essere un buon modello per il futuro.

La dialettica è sempre qualcosa di buono e utile, a condizione che non diventi sterile contrapposizione di potere - ha aggiunto -. Se si mettono al centro le cose da fare, le idee e l'azione amministrativa delle città ecco che la dialettica diventa motivo di unità e compattezza. Firenze può essere appunto un buon laboratorio politico, noi cerchiamo di dare una mano concreta sia al partito regionale che a quello nazionale che, a pochi mesi dalle elezioni politiche, ha bisogno di essere compatto e motivato”.

Noi abbiamo lavorato per un riassetto sia del Comune che della Giunta, per gestire i prossimi anni con rinnovato vigore e per andare incontro alle esigenze dei cittadini delle nostre famiglie - ha concluso il sindaco -. Firenze si trova davanti la sfida dei grandi cantieri che devono partire, la sfida dell'impatto dei costi energetici sulla qualità della vita delle famiglie, si trova davanti le tante emergenze anche legate all'accoglienza dei migranti. Ho voluto riorganizzare la squadra per gestire al meglio i prossimi due anni e l'ho fatto aprendo le porte a tutte le sensibilità politiche del Pd. Così manteniamo la nostra identità, quella di essere inclusivi, compatti e uniti”.