Elezioni 2022: Toscana, big paracadutati. Un posto per la Gelmini

Pd e alleati, meno caselle a disposizione. Il quadro in Umbria e a La Spezia

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Firenze, 3 agosto 2022 - Bene, benissimo l’allargamento dell’alleanza al centro. Ma a che prezzo. Così tra i dem toscani a poche ore dal patto Letta-Calenda. Perché, dati alla mano, la rosa dei candidabili si restringe eccome, pensando che a urne chiuse il Pd toscano prima dell’accordo avrebbe potuto portare a casa tra i 16 e i 18 parlamentari. Ora un terzo dei collegi uninominali toscani va ad Azione, più si attendono due o tre paracadutati da Roma (Speranza, Furfaro, Fratoianni ad esempio), poi c’è da tener conto del rispetto di genere. Insomma, i giocatori in campo toscani espressione del Pd regionale sono destinati ad assottigliarsi. Chi di Azione potrebbe scendere in campo in collegi sicuri? Ieri è girata la voce che in Toscana potrebbe essere candidata Maria Stella Gelmini, ex ministro, ex di Forza Italia che ha sposato, subito dopo la crisi dell’esecutivo Draghi, le posizioni di Calenda.

Sul fronte del Pd interno toscano si fanno i conti con i candidabili e la deputata Rosa Maria Di Giorgi ringrazia la segretaria toscana Simona Bonafè per aver inserito nella lista inviata al Nazareno tutti i parlamentari uscenti.

Ed emergono subito, dopo il patto del centrosinistra, alcuni retroscena. Primo tra tutti: chi sono stati i front-runner del Pd che si sono spesi affinché l’alleanza Pd-Azione si concretizzasse? Senza smentita il fronte dei sindaci si è speso per portare a casa il risultato dell’allargamento e in particolare il sindaco di Firenze Dario Nardella, simbolo dei primi cittadini del Pd, ha utilizzato i suoi argomenti della politica della concretezza per creare un asse di dialogo tra il Nazareno e il leader di Azione Calenda ma anche con Della Vedova. I tre si sono sentiti varie volte in questi ultimi giorni. Il sindaco Nardella sorride, contento dell’evoluzione della trattativa finalmente sbloccata. E la partita con Renzi e Italia Viva? C’è chi spera ancora che si possa riaprire, come il presidente della Toscana Eugenio Giani: "C’è un pertugio ancora praticabile, mai dire mai - sottolinea - forse all’ultimo tuffo anche Italia Viva può essere dentro, ma anche se restasse fuori il suo apporto, post voto, può essere utile".

In Umbria, nel Pd sembrano certe le ricandidature di Anna Ascani (sottosegretario nei governi Conte e Draghi) e Walter Verini (tesoriere nazionale Dem). Per il possibile terzo seggio partita aperta. Nel centrodestra tutti gli eletti nel 2018 di Lega, Fdi e FI dovrebbero correre di nuovo.

Nel centrodestra spezzino il mosaico è fluido. Scontata la riproposizione dei sottosegretari uscenti Stefania Pucciarelli (spezzina, Lega) e Giorgio Mulè (Forza Italia), così come la conferma del segretario regionale Edoardo Rixi (Lega). Tra i meloniani si parla del coordinatore regionale Matteo Rosso, dell’assessore regionale al turismo Gianni Berrino e delle spezzine Maria Grazia Frija e Costanza Bianchini. I totiani punterebbero sul senatore uscente Sandro Biasotti e sugli assessori regionali Ilaria Cavo e Marco Scajola.

Per il centrosinistra di certo per ora c’è solo il nome del ministro uscente Andrea Orlando, spezzino.