Basket Serie A, Pistoia e il ritorno di Moretti per la salvezza: "Difficile, ma ci credo"

OriOra, il tecnico: «Trovare dentro di noi la chiave della stagione»

Da sinistra Iozzelli, Moretti, Peluffo e Caso (Acerboni / FotoCastellani)

Da sinistra Iozzelli, Moretti, Peluffo e Caso (Acerboni / FotoCastellani)

Pistoia, 3 aprile 2019 - «Di sicuro non ci sarà da perdere tempo per conoscerci anche perché ho ritrovato tutto come l’avevo lasciato, ogni angolo del palazzetto e tutte le persone che sono ancora al loro posto». Paolo Moretti dà veramente l’impressione di sentirsi come a casa e quando parla sembra riprendere un discorso lasciato a metà. Il suo ritorno sulla panchina di Pistoia non è certamente dei più facili, ma di sicuro Moretti non è uno che si fa abbattere dalle difficoltà. «Sono positivo – prosegue Moretti – siamo ad appena una partita di ritardo da una delle dirette concorrenti e questo significa che lo spazio per provare a compiere l’impresa c’è.

Per quanto mi riguarda dovrò cercare di fare un condensato e fare in modo che i giocatori accettino le mie scelte, anche quelle che, necessariamente, potranno andare a vantaggio di qualcuno e a scapito di altri. Dovremo riuscire a trovare dentro di noi la chiave per riuscire a risollevare la nostra stagione, senza guardare agli altri. L’obiettivo primario è quello di tenere ciò che di buono la squadra sa fare e far crescere quei giocatori che a vario titolo di sono persi o che devono ritrovarsi. Non ho tempo per fare rivoluzioni tecniche o tattiche, dovrò compiere delle valutazioni e poi esaltare gli aspetti positivi e far riemergere quelli che si sono sopiti. Ci vorrà grande disponibilità da parte dei ragazzi, ognuno di loro dovrà accettare di sacrificarsi, ma questo è il prezzo da pagare se vogliamo provare a raggiungere l’obiettivo comune».

Scegliere di tornare su una panchina dove hai segnato la storia e farlo solo per uno scampolo di partite ci vuole veramente un grande coraggio. «Ripensando ai miei sette anni a Pistoia – afferma Moretti – i ricordi positivi sono tantissimi. Se ci sono stati degli screzi, forse, ci sono stati proprio nel finale: purtroppo i tempi per una separazione erano maturi, ma l’avere ancora un anno di contratto che mi legava al club ha fatto sì che ci fossero quegli screzi che, fortunatamente, dopo anni, sono ormai superati e non hanno lasciato traccia. Questa non è né un’operazione di marketing da parte della società né una volontà di rilancio della mia carriera. Siamo tutti concentrati solo e soltanto su queste sei partite. Dobbiamo vedere cosa sono io e cos’è la società dopo questi quattro anni di lontananza per cui è normale che finita la stagione tutti si prendano un momento di riflessione per decidere il da farsi».