Vaccino influenzale, l’arma in più "Settemila le dosi già iniettate"

Il lavoro di squadra tra medici di famiglia e volontari è stato imponente per rispondere al boom di richieste. Romagnani: "Aiuterà sanitari e pazienti a distinguerne i sintomi da quelli del Covid"

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di Martina Vacca

Settemila pistoiesi vaccinati contro l’influenza in poco più di un mese, grazie al lavoro di 25 medici di famiglia e alla collaborazione di associazioni di volontariato, Società della Salute e volontari di vario tipo, che si sono riuniti negli spazi rinnovati del punto prelievi del Ceppo. Insomma, un imponente lavoro di squadra che ha dato i suoi frutti e che oggi assume un significato ancor più profondo, in vista di quella che si annuncia la sfida più grande, quando arriveranno le prime dosi di vaccino anti Covid. Ne parliamo con la dottoressa Lara Romagnani, medico di medicina generale e coordinatrice della Aft (Aggregazione funzionale territoriale) di Pistoia 2, e referente degli altri coordinatori Aft della zona pistoiese che comprendei Pistoia, Agliana, Montale e Montagna pistoiese.

Dottoressa, come è il bilancio di queste sei settimane di vaccinazioni?

"Indubbiamente positivo, e per questo dobbiamo ringraziare la disponibilità messe in campo da tanti. Siamo partiti il 20 ottobre, dopo l’accordo raggiunto con la Regione e il fondamentale intervento della Società della Salute. Lo scopo era quello di vaccinare in massa, per l’influenza, in uno spazio unico, senza creare pericolosi assembramenti. Sfida che abbiamo vinto".

In che modo?

"Grazie alla collaborazione di tutti. A partire dai medici di famiglia: hanno aderito in 25. Poi c’è stato il lavoro del call center, gestito dalla Misericordia, per lo smistamento degli appuntamenti. Inoltre, i volontari si sono occupati degli accessi, misurando la temperatura. Ogni medico è riuscito a somministrare una media di 60 vaccini al giorno".

Che cosa non ha funzionato, invece?

"L’unico rammarico è aver dovuto annullare molte sedute negli ultimi giorni. Questo per l’esaurimento delle scorte, che ad alcuni colleghi sono mancate. E ora che stanno arrivando nuove scorte, come annunciato dai dirigenti regionali, ahimè l’iniziativa nei locali del Ceppo si è conclusa e ogni medico dovrà proseguire il lavoro nel proprio ambulatorio, senza quel prezioso lavoro di coordinamento che ha garantito accessi in sicurezza".

Perché quest’anno il vaccino antinfluenzale è più importante?

"Prima di tutto, meno ci si ammala, meglio è. Un fisico indebolito risponde peggio a qualsiasi attacco, ivi compreso del Covid. Secondo poi, con il picco influenzale in arrivo, la vaccinazione aiuterà pazienti e sanitari a distinguere tra i sintomi di una normale influenza e quelli del Covid che, si sa, sono assai simili".

In ogni caso le vaccinazioni al Ceppo sono stata una buona prova generale in vista delle vaccinazioni anti-Covid che inizieranno ad anno nuovo?

"È stata una prova importante. Per questo vorrei ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato, che sono tantissimi. A partire dalla dottoressa Annamaria Celesti e la SdS per il forte sostegno che ci ha dimostrato e per il call center che ci ha messo a disposizione e quindi la Misericordia di Pistoia che lo ha gestito, la Asl zona distretto Pistoia per i locali del Ceppo appena ristrutturati, le molte associazioni di volontariato che si sono alternate per darci un aiuto fondamentale nell’accoglienza e nello smistamento dei pazienti: Croce Verde Pistoia, Croce Rossa Pistoia, Corpo italiano soccorso Ordine di Malta, l’Associazione Nazionale Carabinieri, Associazione nazionale Polizia di Stato, Associazione nazionale Alpini, e in particolare Salvatore Scarola, vice presidente della Croce Verde Pistoia che li ha coordinati tutti dall’inizio alla fine".