"Un gran centrocampista, che belle quelle partite"

Emilio Becheri racconta le sfide calcistiche con don Piero e don Ferrero nella squadra del Seminario

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Un uomo dall’intelligenza sopraffina, capace di adattarsi ad ogni situazione, che si rivolgeva all’altro in maniera sempre sorridente e disponibile, un uomo del popolo e di una rettitudine invidiabile. È così che Emilio Becheri, docente ed esperto di Economia del turismo e dei beni culturali all’Università di Firenze, ricorda don Piero Vannelli. La prima cosa che dice su don Piero è che aveva un pacato modo di agire, che offriva consigli pesati, senza mai imporsi, e poi il ricordo di quella storica partita a calcio, in cui la squadra del seminario vescovile vinse contro una squadra di serie D.

"Conobbi don Piero da bambino, fra i dieci ed i tredici anni, l’ho sempre ammirato perché quando il rettore del Seminario, monsignor Antonini, leggeva una ad una le pagelle di fine anno scolastico Piero Vannelli era quello con sempre i migliori voti".

Il bello arriva nell’agosto del 1958 quando, oltre ai mondiali in Svezia vinti dal Brasile di Pelé e Garrincha, anche un’altra partita rimase impressa nei ricordi del Becheri.

Quella fra il Pontedera, che allora giocava in serie D ed era in ritiro a San Marcello, e la squadra del Seminario, composta dai seminaristi che erano in vacanza a Limestre.

"Una partita che non scorderò mai – racconta Becheri -. Il Vannelli fu uno dei migliori in campo, insieme a Don Battani. Facevano parte della squadra anche don Frosini e don Bagni, l’allora segretario del vescovo. Sembra incredibile ma l’amichevole finì 4-1 per il Seminario, con uno splendido goal del Battani in rovesciata spalle alla porta dal limite dell’aria. Un goal lo fece il Bagni, uno il Guidi ed un altro proprio il Vannelli, grande centrocampista leader". Voci di corridoio riferiscono che dopo quella partita i dirigenti dell’Empoli, in ritiro sulla Montagna Pistoiese, avessero cercato di ingaggiare il Vannelli ed il Battani per aggregarli alla prima squadra. Una quindicina di anni dopo Becheri insieme ad altri amici fonda una squadra, il Viola Club, per partecipare ai campionati Uisp di Pistoia.

"Ci venne in mente di ingaggiare don Piero Vannelli, che, seppur 36enne, aderì in modo entusiasta. Era ovviamente uno dei migliori in campo anche allora". Becheri ha deciso di condividere un ricordo del don che riguarda la sua passione calcistica non a caso. "Ritengo che la sua passione per il calcio metta in risalto la sua estrazione e soprattutto la sua vocazione popolare, profondamente popolare. Il Vannelli era davvero per il popolo". E poi don Piero se n’è andato all’improvviso vittima di un incidente. "Nella mia lunga vita l’ho incrociato varie volte ed è stato per me un punto di riferimento anche se forse lui non l’ha mai saputo. Oggi, senza di lui, mi sento un po’ smarrito e un più solo".

S.F.