Ponte si aggiudica il "cencio". L’arciere Sacchetti sbaraglia tutti

Il Ponte di Serravalle vince il Palio di San Lodovico, mettendo fine all'egemonia di Serravalle Paese. Prossimo evento: "Assedio alla Rocca" il 6 settembre.

Ponte si aggiudica il "cencio". L’arciere Sacchetti sbaraglia tutti

I vincitori del palio con il sindaco Lunardi. (Foto di Sandro Nerucci)

Ponte di Serravalle ha posto fine all’egemonia di Serravalle Paese, aggiudicandosi il "Cencio". E’ il verdetto dell’edizione 2024 del Palio di San Lodovico, che si è conclusa due giorni fa alla Rocca di Castruccio e preceduta dal Palio dei Mercenari. Ad aggiudicarsi il palio è stato l’arciere Paolo Sacchetti, precedendo nell’ordine Paola Sacchetti, Davide Inzaina e Luca D’Ulivo. Sacchetti, abbinata poi al Ponte dopo il secondo, ha dato il proprio contributo insieme a Pablo Bettaccini, Bruno Benedetti, Giovanni Carlungo e Leandro Benedetti per la vittoria del rione. Ponte di Serravalle ha chiuso la contesa con 78 punti, mettendosi alle spalle Serravalle Paese (a quota 73) Masotti (55) e Castellina (53). Marco Cesari è stato premiato come miglior arciere. Gli arcieri hanno poi sfilato nell’arco del corteo durante la festa patronale di San Lodovico. Una giornata salutata dai fuochi d’artificio che hanno dato l’"arrivederci" al 2025. Ma il programma delle rievocazioni storiche non è finito, anche alla luce del progetto "Serravalle Medievale" stilato dal Comune e dalla Pro Loco ed accolto favorevolmente anche dalla Regione Toscana. L’attenzione, infatti, andrà adesso all’"Assedio alla Rocca", la manifestazione che ricorda simbolicamente l’assedio che portò nel 1302 alla caduta del borgo di Serravalle per mano dei lucchesi. L’appuntamento è per il 6 settembre, con l’evento che si chiuderà l’8 settembre. Ci saranno quindici gruppi storici e oltre cento figuranti, dodici spettacoli itineranti fra musica e giocoleria, un’area dedicata alla falconeria, due riproduzioni di macchine da assedio, un torneo di scherma storica in armatura, una mostra dedicata a Leonardo Da Vinci e un banchetto medievale.

Giovanni Fiorentino