
Pesano gli effetti del clima: "Stagione in chiaroscuro"
Gli effetti del clima si fanno sentire in maniera sempre più importante per quanto riguarda la produzione vivaistica nella nostra provincia. Se a questo ci si aggiunge gli scenari indefiniti a livello internazionale e gli eventi catastrofici che si abbattono, sempre più spesso, sull’Italia come le alluvioni, ecco che il quadro che ne esce è alquanto preoccupante. "Una stagione in chiaroscuro per il vivaismo ornamentale pistoiese – afferma il presidente di Coldiretti Pistoia, Fabrizio Tesi –: il 2024 è iniziato con un’alternanza climatica (primavera anticipata, poi piogge intense e rischio gelate) che non hanno favorito le nostre piante. Quando iniziano a vegetare troppo presto, poi le piante in campo rischiano di bruciarsi per il freddo successivo". La fotografia scattata (nell’articolo a fianco, ndr) da chi è alla guida dell’Associazione Vivaisti Italiani è sostanzialmente condivisa e rivista con le stesse proporzioni anche da Coldiretti. Ovvero che, per quanto concerne le vendite, le prime stime mostrano una divaricazione.
Da una parte la tenuta del mercato italiano ed anche di quello straniero per quello che riguarda le piante grandi, sia alberature piuttosto che per i grandi arbusti che vengono richiesti tipicamente da comuni per il verde urbano e per impiantare giardini di grandi dimensioni. Dall’altra calano invece le vendite delle piante medio-piccole, destinate alle famiglie e distribuite tramite garden e grande distribuzione. Sintomo della crisi economica che naturalmente fa tagliare le spese che non sono ritenute essenziali. E c’è l’aggravante che l’invenduto di questo tipo di piante deve essere macerato, perché non è conveniente mantenerle in vivaio un altro anno. "Il saldo – stima ancora Tesi – è comunque negativo in termini di vendite e il sentore è che il calo sia consistente". Infine, come detto, un tema prettamente pistoiese ovvero le conseguenze che ha lasciato l’alluvione del 2 novembre scorso che va ad incidere sulla tendenza al segno meno già descritta dal numero uno di Coldiretti: gli ultimi tre mesi del 2023, infatti, si sono chiusi con un piccolo calo dell’export 72 milioni di euro (-1,47%). Gli effetti negativi si stanno concretizzando col passare dei mesi per le aziende colpite (a macchia di leopardo), a cui mancano delle referenze, ed impiegheranno molto tempo prima di ricostruire le cosiddette scorte.
S.M.