L’agricoltura piange Ricci: "Era un pilastro per la Cia"

Marcello se n’è andato a 67 anni: fu una figura apicale dell’organizzazione. I toccanti ricordi dei presidenti Orlandini e Vacirca: "Grande appartenenza".

L’agricoltura piange Ricci: "Era un pilastro per la Cia"

L’agricoltura piange Ricci: "Era un pilastro per la Cia"

Lutto nel mondo dell’agricoltura: nei giorni scorsi, infatti, è scomparso Marcello Ricci. Sessantasette anni, di Massa e Cozzile, a lungo ha fatto parte della Cia Toscana Centro ricoprendo il ruolo di direttore. Poi, al raggiungimento della pensione è diventato una delle anime di Anp Toscana Centro, l’associazione dei pensionati che fa capo alla Confederazione italiana agricoltori. E’ proprio la Cia Toscana Centro, per bocca del suo presidente Sandro Orlandini a ricordare la figura di Ricci.

"Quando ho iniziato la mia esperienza nella giunta di Cia Pistoia – racconta – era il 2006: Marcello stava giusto andando in pensione da direttore in carica e cominciava il proprio impegno nell’associazione pensionati Anp. Già nel periodo in cui ho mosso i primi passi nell’organizzazione, all’inizio degli anni Duemila, ho avuto modo di apprezzarne la professionalità e il grande equilibrio. Da quando nel 2009 sono divenuto presidente di Pistoia, impegno poi proseguito ininterrottamente fino a ora con Toscana Centro, Marcello è sempre stato un carissimo amico e collaboratore. Il suo essere volutamente schivo, una volta cessata la propria esperienza lavorativa di figura apicale, per opportunità ma anche per carattere, non ha fatto che accrescere stima e affetto da parte di coloro che aveva intorno. E nei momenti che contano – conclude – non ha mai fatto mancare il suo attaccamento all’organizzazione e i suoi preziosi consigli. Tutto questo ci mancherà tanto, così come ci mancherà la sua persona ricca di umanità e conoscenze".

A ricordare Marcello Ricci è anche Enrico Vacirca, presidente Anp Cia Toscana. "Marcello – commenta – è stato per me una grande risorsa come amico, per il suo affetto che dimostrava nonostante la sua riservatezza, per il suo modo di vedere le cose, che arricchiva il mio pensiero. E poi anche come persona, con la sua ironia spontanea, e come membro della nostra grande famiglia Cia, per il suo senso di appartenenza, per la sua serietà professionale, per la sua competenza e la sua passione per il fare. E anche, perché no, per il suo modo di essere pignolo".