REDAZIONE PISTOIA

"La politica del fare". Il centrodestra si incontra a Pisa . E riparte dal civismo

Intanto, mentre Donzelli prova a convincere Alessandro Tomasi a correre per la Regione Toscana, arriva il messaggio di Giani al sindaco "Capisco le perplessità. Quando si svolge un ruolo va fatto fino in fondo".

"La politica del fare". Il centrodestra si incontra a Pisa . E riparte dal civismo

PISA

Il centrodestra di governo nelle città riparte dal civismo. E uno dei promotori di questa operazione con orizzonte regionale è il sindaco Michele Conti che ha invitato a Pisa i sei suoi colleghi di altrettanti capoluoghi toscani che guidano coalizioni di centrodestra per un appuntamento che sarà volutamente fuori dalle sigle dei partiti tradizionali. Pragmatismo è la parola d’ordine. O meglio, quella politica del fare tanto cara alla cifra stilistica contiana che lo ha reso, agli occhi dei pisani, una scelta non solo possibile, in alternativa al centrosinistra, ma anche e soprattutto affidabile al di là e al di fuori delle segreterie di partito.

Ecco allora che domani alle 17 allo chalet caffetteria bistrot di Pisa si riuniranno i sindaci di Arezzo (Alessandro Ghinelli), Pistoia (Alessandro Tomasi), Massa (Francesco Persiani), Lucca (Mario Pardini), Siena (Nicoletta Fabio), Grosseto (Antonfrancesco VIvarelli Colonna) e, appunto, Pisa (Michele Conti) per l’iniziativa di lancio di Rete civica toscana in cui discuteranno di buone pratiche amministrative in un confronto orizzontale con le liste civiche che alimentano il buongoverno del centrodestra, presentandosi come l’alternativa al sistema di potere ultradecennale del Pd e dei suoi alleati in una regione che ogni tornata elettorale che passa appare sempre meno rossa. L’idea di Conti, ammettono i suoi fedelissimi, è quella di costruire un’autentica sinergia tra i soggetti civici che hanno consentito al centrodestra di ingranare le marce alte e conquistare, nelle urne, i governi cittadini, anche dei capoluoghi che, fino a pochi anni fa quando a correre erano solo i partiti tradizionali, restavano un semplice miraggio. L’obiettivo è calare sul tavolo verde della politica regionale la fiche di una classe di amministratori che abbia governato le città: non un collage di sigle, ma civismo puro come propellente dei partiti nella stesura di programmi e capacità di riportare ai seggi i tanti che disertano le urne perché non si appassionano più alle scaramucce tra destra e sinistra perché "tanto sono tutti uguali".

"Negli ultimi anni – disse ad aprile Conti in un’intervista a La Nazione – abbiamo dimostrato di avere una classe dirigente all’altezza delle sfide del presente. Lo abbiamo fatto sul campo, amministrando molti Comuni fra i quali sette capoluoghi di provincia su dieci in Toscana, e dimostrando che il centrodestra sa attrarre attorno a sé le migliori energie della società civile, pronte a scendere in campo attraverso le liste civiche che allargano il campo riconoscendo il buon governo e la leadership istituzionale dei sindaci". Ma il civismo autentico, almeno nelle intenzioni, non vuole essere una scorciatoia per liberarsi dei partiti, bensì il valore aggiunto del centrodestra per offrire risposte concrete alle esigenze dei cittadini scegliendo la ’politica del fare’.

Intanto, mentre Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, ribadisce che Alessandro Tomasi "sarebbe il miglior candidato per la Regione Toscana", l’attuale presidente, Eugenio Giani, manda un messaggio nemmeno troppo velato al sindaco di Pistoia: "Quando si svolge un ruolo è bene svolgerlo fino in fondo, io ho sempre fatto così". Giani, poi, si toglie qualche sassolino dalla scarpa: "C’è questa idea di una destra così forte a Pistoia, ma alle Europee il Pd ha preso sei punti in più rispetto a Fdi. Capisco le incertezze da parte del sindaco Tomasi nel candidarsi ma, chiunque sarà il candidato, la Toscana ha dato un segnale forte: il buongoverno e il modello di una regione governata da progressisti, che può essere d’esempio in tutta Italia, ha avuto una conferma dagli elettori".