Scherma, Chiara Cini sul tetto d'Europa

L'atleta cascinese conquista il titolo nella gara a squadre di fioretto insieme ad Alice Volpi, Camilla Mancini, e Arianna Errigo

La campionessa europea Chiara Cini

La campionessa europea Chiara Cini

Pisa, 23 giugno 2018 – Sulla pedana serba non ha sbagliato nemmeno un colpo e da Novi Sad torna a Cascina con un oro al collo. La campionessa di fioretto Chiara Cini ha conquistato il titolo europeo nella gara a squadre insieme ad Alice Volpi, Camilla Mancini, e Arianna Errigo, che in finale hanno battuto la Russia per 41-40. Una vittoria quasi inaspettata per l’atleta ventisettenne del gruppo sportivo fiamme azzurre, che oltre a essere orgogliosa per i successi in pedana può vantare uno stimabile curriculum universitario. Ingegnere edile laureatasi a Pisa, Chiara non è forte soltanto con il fioretto ma anche con i calcoli e le progettazioni. La scrivania, però, può attendere: l’ingegnere Cini vuole ancora mettersi alla prova in pedana. Chiara, si aspettava questo successo? “Noi sulla carta eravamo più forti, è vero però che in una gara a squadra è sempre difficile mantenere i pronostici: entrano in gioco tanti fattori che non dipendono da una sola persona. Eravamo partite con un po’ di timore perché la Russia ultimamente ha raccolto un gran numero di ori, ma poi ci abbiamo messo la tecnica e il cuore: il nostro spirito di squadra ha fatto la differenza e non abbiamo sbagliato”. Schermitrice e ingegnere, cosa si aspetta dall’uno e dall’altro ambito? “Il mio obiettivo in assoluto è proiettato sulla scherma. Vorrei eccellere a livello mondiale, e disputare un’olimpiade. Dal punto di vista edile-architettonico a me interessa molto la parte del restauro. La mia tesi si concentra proprio sul recupero della chiesa di San Francesco. Se dovessi puntare su un ambito specifico partirei da questo”. È più difficile stare in pedana o davanti una cattedra ed essere esaminata? “Ho sempre ritenuto più complesso gareggiare. In una gara ci sono più fattori aleatori e componenti emozionali che fanno la differenza. Ci vuole anche tanta concentrazione: la scherma non è solo fisica ma anche aggressività e razionalità. Ci vuole lucidità e mente fredda. Anche davanti un professore universitario bisogna tenere alta la concentrazione, ma devo dire che non ho mai percepito la stessa difficoltà che provo in pedana”. Ora la attendono i mondiali in Cina... “Non ho ancora ricevuto la convocazione e non voglio sbilanciarmi. Aspetto una convocazione in maglia azzurra, certo per me sarebbe un traguardo raggiunto”. Michele Bulzomì