PARI IN CRESCENDO

Marconi rimonta il Monza in extremis. Vittoria rimandata

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di Saverio Bargagna

Come il pareggio scinde a metà la posta in palio, anche l’analisi del momento nerazzurro necessita di un doppio binario per poter essere argomentato con una dose di buon senso. Il Pisa di ieri notte ha meritato l’1-1 finale dimostrando il proprio carattere indomito e una discreta fluidità del gioco pur incappando nella solita sbandata difensiva che viene pagata a caro prezzo. Nel complesso una prova con più luci che ombre di fronte ad un Monza in formazione estremamente rimaneggiata ma – oltre ogni ragionevole dubbio – competitivo. D’altro canto, però, il pareggio interno rimanda, per la quarta volta consecutiva, l’appuntamento con la vittoria e il calendario non sorride alla Torre proponendo a D’Angelo e soci due trasferte consecutive: venerdì sera a Empoli e sabato (31 ottobre) a Vicenza. Il tutto senza dimenticare l’impegno di Coppa Italia di martedì pomeriggio in Liguria. Un giro dello Stivale impegnativo. Insomma, è un pareggio che da un lato infonde positività per il modo attraverso il quale è maturato ma, dall’altra, non spegne l’allerta.

Molte cose hanno funzionato: andiamo ad elencarle. Piace la crescita e la qualità di Mazzitelli – sempre più leader del centrocampo –, splendido Varnier, fa sorridere la prova di Marconi che oltre il gol ha offerto generoso sfoggio delle proprie abilità e, più in generale, piace l’attitudine del gruppo. Nel primo tempo – non banale –, la squadra ha giocato un calcio propositivo e gradevole. Resta però il peccato dell’ennesimo gol preso "un po’ così". Talmente strano nella sua dinamica che è necessario rivederlo più volte per cercare di capire che cosa non abbia funzionato nella retroguardia nerazzurra che capitola dopo appena pochi dopo l’inizio della ripresa. Non ha convinto fino in fondo, forse, anche la scelta di Gucher posizionato dietro le punte. Una scelta probabilmente dettata dall’esigenza di opporre una resistenza al play del Monza Barberis, ma che ha dato frutti alterni. Il capitano austriaco non ha mai trovato, infatti, lo spazio necessario per incidere fino in fondo.

La prima frazione di gioco è frizzante: il Pisa colleziona occasioni da gol con Palombi e Marconi. Perilli, dall’altra parte, ci mette una pezza in almeno due occasioni: fra cui un tiro che devia sulla traversa. Nella ripresa si consuma il delitto. Pronti-via e Frattesi – ormai siamo abbonati ai gol di ritorno (Frattesi ha segnato nelle ultime tre volte al Pisa, un po’ come era successo con Tutino a Salerno) – fa chinare la testa alla squadra di D’Angelo. Seguono minuti di confusione, ma anche di coraggio. D’Angelo passa al 4-3-3 e inserisce tutti gli offensivi a propria disposizione: Soddimo, Masucci e perfino Alberti (al debutto). Il cuore è premiato dalla staffilata di Marconi che insacca sulla respinta corta di testa di Bellusci. Un pari più che giusto nella dinamica dell’incontro. Anzi, il Pisa prova addirittura a vincere. Ma il tempo è tiranno e non concede altre occasioni. La reazione dopo Salerno c’è ed è evidente, la strada intrapresa pare quella giusta. Ora non bisogna deragliare.