Il metodo D’Angelo applicato a Jureskin

È stata la sorpresa più piacevole del 3-0 dell’Arena Garibaldi. Roko Jureskin, a lungo oggetto del mistero all’interno della rosa nerazzurra, è finalmente sbocciato. Il classe 2000 croato ha prodotto una prestazione impeccabile, ben lungi da quelle osservate a inizio stagione. Una cura di due mesi tra tattica, rimbrotti e fondamentali e oggi il calciatore, nel giro della nazionale under 21 croata, può dirsi adatto a giocare in Serie B. Il team di osservatori di Claudio Chiellini lo ha scoperto all’Skf Sered, all’interno del campionato slovacco, dove giocava. Erano rimasti impressionati dalle sue doti atletiche, un moto perpetuo di corsa, oltre a una stazza non certo comune per un terzino, con circa un metro e novanta centimetri. Inoltre una particolarità, la sua rimessa laterale lunga, dalla potenza quasi paragonabile a quella di un calcio d’angolo. Quando è arrivato a Pisa aveva delle spiccati doti offensive, ma mancava di alcuni fondamentali come un tocco di palla educato e una fase difensiva non all’altezza degli standard del campionato. Nonostante questo il giocatore è stato subito buttato nella mischia da Maran e, a inizio campionato, i risultati non sono arrivati. All’arrivo di Luca D’Angelo il giocatore è stato "ricostruito" con l’ormai collaudato metodo del tecnico originario di Pescara. Tanto allenamento, tanta panchina e, soprattutto, specifici allenamenti per essere all’altezza dei compagni. Chi pensava che il Pisa doveva intervenire sulla sinistra a gennaio per trovare un’alternativa a Beruatto si sbagliava. L’alternativa il Pisa ce l’ha già in casa. Così come è stato per Lisandru Tramoni, ora anche Roko Jureskin ha trovato la sua dimensione. Michele Bufalino