
Non sale sul ring dal giugno 2017, data in cui Giovanni Redi, storico fighter pisano, che aveva chiuso la carriera a 29 anni, portando a casa anche un titolo mondiale e due titoli europei nella Thai Boxe, oltre a una serie di altri successi in giro per lo stivale e nel mondo. Adesso è pronto a tornare a combattere per ricordare il maestro e amico Christian Daghio, suo mentore, scomparso prematuramente nel 2018. "Da tempo meditavo un ritorno sul ring – dichiara Giovanni Redi -, ma un po’ il Covid-19, un po’ alcune vicissitudini personali mi hanno fatto sempre rimandare questo appuntamento. Ora ho ritrovato la mia forma fisica ideale, mi sto allenando e ho parlato con la famiglia Daghio anticipandogli questa idea". Storico campione di muay thai, Christian Daghio ha insegnato tutto a Giovanni Redi: "Devo a lui ogni cosa, mi ha insegnato a combattere nella vita – commenta Redi -. Christian (Daghio ndr.) mi ha tolto dalla strada e dato un’opportunità, insegnandomi anche il lavoro che faccio oggi, per molti versi. Senza di lui non sarei l’uomo che sono adesso".
L’ex campione del Mondo di Thai Boxe, titolo vinto nel 2014 all’Arena Garibaldi, col tempo ha fatto una carriera al di fuori del ring: "Dopo l’esperienza con le palestre Ready – racconta Redi -, ho creato Ready+, la mia prima vera azienda, qualcosa che studiavo da anni. Ho rimesso tante persone in forma partendo dalla parte mentale e fisica, con un metodo di coaching sia a distanza che in presenza". Tra poche settimane il fighter pisano lancerà la sua sfida, senza per ora voler anticipare nulla sull’identità del possibile avversario: "Posso dire solo che sarà un match di pugilato contro un personaggio noto a Pisa – anticipa Redi -. Abbiamo un rapporto controverso, ma rispettoso. Prossimamente lancerò la sfida direttamente sui social". Anche se abita a Livorno, Giovani Redi resta legatissimo a Pisa e anche ai colori nerazzurri: "La vita mi ha portato a spostarmi a Livorno - conclude Redi -, ma il mio amore per i colori della squadra della città è rimasto immutato".
Michele Bufalino