Pisa, la delusione del giorno dopo. Ma il sogno della Serie A è solo rimandato

L'amarezza oggi brucia di più, restano le emozioni di una cavalcata esaltante e un futuro da costruire su basi più che solide

La delusione di Cohen ( foto Cappello / Valtriani )

La delusione di Cohen ( foto Cappello / Valtriani )

Pisa, 30 maggio 2022 - Il giorno dopo è anche peggio: quando, ormai scemata l’adrenalina, l’analisi si fa più lucida e la delusione si materializza nella sua completa essenza. Resta la magra consolazione che la frustrazione non possa maturare in alcun modo in rabbia: l’unico responsabile, ma in tutta evidenza l’esercizio si rende inutile e perfino dannoso, è il Destino. 

Il Pisa ci ha provato. Anzi, Pisa – città e squadra - ha fatto di tutto per tatuarsi nel cuore la Serie A. Un popolo intero ha accompagnato i colori nerazzurri lasciando all’Arena polmoni e anima. Non è bastato, per quanto? Per un soffio? Per un capriccio del dio pallone? Per quale ragione? Ditelo voi. E ora? In realtà in sospeso vi è nulla e molto. Servirà un po’ di tempo per riordinare le idee. Dopotutto per mesi siamo stati assorbiti completamente da questa esaltante corsa verso l’agognata promozione. Il primo posto a dicembre, il mercato sostanzioso operato a gennaio, gli scontri diretti della primavera. E poi i playoff vissuti come una finale di Coppa del Mondo. Al dopo, in qualche misura, non avevamo mai pensato in termini troppo concreti. Il dopo era ieri.

Solo il tecnico D’Angelo aveva rivolto un accenno al futuro. Di conseguenza appare giusto ripartire proprio da tale promessa: “La Serie A? – aveva detto nell’ultima conferenza stampa -. Se non sarà adesso, sarà presto. Con questa società è solo questione di tempo”. Prendiamo alla lettera, con razionalità si intende, tale impegno. La Serie B del prossimo anno sarà complicatissima: dentro Genova, Cagliari, Bari, Venezia e le “solite” Parma, Brescia e Spal. Tuttavia, il Pisa ha il grande vantaggio di non dover ricostruire o partire da zero. La riconferma di D’Angelo, che appare più che probabile (sempre stando alle parole del tecnico) è la prima pietra sulla quale rimettere in piedi l’intero edificio. Le strade del mercato, ad oggi imperscrutabili, ci diranno il resto.  Sul piatto, vi è la riconferma di Puscas, Torregrossa e Benali: tutti in prestito.  Ma anche il destino di Beruatto e le legittime ambizioni di Marin e (magari) di Lucca. Resta, infine, l’incognita Corrado. Il direttore generale, Giovanni, ha affidato alla stampa dichiarazioni enigmatiche: “Sono stati cinque anni importanti e mi prenderò un po' di tempo. Oggi esiste un Pisa a prescindere dalle persone. Se un domani non ci dovessi più essere, questa società ha saputo comunque costruire una base per andare avanti nel tempo e proseguire”. Un nuovo capitolo, una nuova pagina. Il giorno dopo è peggio, ma il domani tornerà (si spera) a sorriderci.