"Il nostro viaggio nell’inferno del Covid. Una nuova vita dopo 50 giorni di ospedale"

La storia dei coniugi Mannucci: Rolando ha scritto un diario sul ricovero, "l’angoscia, la speranza e la gioia per la negatività"

I coniugi Mannucci (Enrico Mattia Del Punta)

I coniugi Mannucci (Enrico Mattia Del Punta)

Pisa, 6 maggio 2021 -  Rivedere la luce. Dopo una cinquantina di giorni in strutture sanitarie; dopo aver passato la maggior parte del tempo sdraiati, assistiti, con il corpo "morto". Rolando e Vanda (nella foto di Del Punta/Valtriani) oggi sono a casa. L’uomo ha fissato ogni emozione del suo percorso di rinascita, un diario che ha affidato, per ora, agli amici. Rolando Mannucci, 77 anni, artista delle foto, inizia il suo racconto da quel 3 gennaio. Anzi, ancor prima, dalla reclusione quando si è cominciato a parlare del virus. Perché questa è una "malattia che divide più che le “movide”... le famiglie molto unite...". Stop a viaggi, ma anche a visite dei parenti e amici. Secondo quanto i coniugi hanno ricostruito, la signora, in cura in ospedale per altri problemi, potrebbe aver contratto il virus "a causa dell’ingresso comune di pazienti e visitatori". La donna è stata ricoverata il 23 dicembre a Cisanello. Il marito il 3 gennaio al Covid hospital al Santa Chiara.  

Da allora respirare è il loro "scopo". La storia parte da qui: le persone che entrano in terapia intensiva vengono spogliate per poterle assistere. Rolando elenca le sensazioni del famoso casco, che indossa per 13-14 ore al giorno: il gelo, il rumore e il senso di claustrofobia. Passano giorni tutti uguali, "un viaggio che sembra non ti porti da nessuna parte". Il fotografo, a volte con crudezza, altre con ironia, descrive i pranzi freddi, la pulizia, ma anche "il personale preparatissimo". Rolando contrae la Klebsiella, "batterio “ amico ” dei ricoverati ospedalieri", viene trasferito in reparto. Un salto grosso sia per le strutture (da letto tecnologico a brandina) ma anche verso la guarigione. E’ il 22 gennaio. "Voglio! Voglio… ritrovando una delle cose per cui vivo: la luce!", scrive Rolando. "Dopo 20 giorni di luce artificiale, una finestra mi ha fatto tornare ad essere partecipe del susseguirsi infinito della notte e del giorno". Il 27 "giorno importante per i miei polmoni: eliminato totalmente l’ossigeno – prosegue – si monitorizza la percentuale nel sangue risultando 95-97%". 2 febbraio, la Candelora. "E ’ una bella giornata... climaticamente parlando... lo sarà altrettanto per la mia “Fuga dall’Inferno“?... Unico obiettivo: casa!!! il nostro impegno, il nostro lavoro, i nostri debiti bancari. Speranze, sacrifici, soddisfazioni di famiglia, anni trascorsi insieme". Lo stesso giorno il 77enne viene trasferito alle cure intermedie a Bientina".  

Nel frattempo, "dopo diversi giorni di pioggia sembra che il sole abbia voglia di tornare… anche Vanda potrà tornare a casa (lo farà per San Valentino, ndr ): il suo tampone fatto per il suo compleanno risulta negativo!!! Con una innegabile invidia ... Il mio è ancora positivo". Insomma, "la bestia" è sempre attiva. Dovranno passare ancora altre notti insonni. Ma il 20 febbraio arriva il risultato così atteso. "La voce di Andrea annuncia: babbo... sei negativo!!! Non so cosa avrei potuto o dovuto fare: ho pianto, ho pianto liberando una tensione che mi stava vincendo anima e corpo". Rolando ringrazia i "suoi angeli" del Santa Chiara "che così tanto hanno fatto per aiutarmi a superare l’ostacolo, il primo, il più difficile, il più impegnativo per tutti". Medici, infermieri e fisioterapisti. "Tornerò ai miei affetti, ai miei hobby, alla mia arte, alle mie adorate collezioni, al piacere della comunicazione, al comunicare, all’essere umano, al mangiare per il piacere di farlo, al riposarti quando lo ritieni necessario...". Rolando e Vanda tornano "a vivere la vita non a subirla".

Antonia Casini