"Tre studi di avvocati rifiutano clienti gay"

La giovane coppia si è infine rivolta alla legale pisana Giuliana Degl’Innocenti per fare "un contratto di convivenza"

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di Antonia Casini

Ha ricevuto un’email con la richiesta di un primo contatto. Poi, la telefonata con la spiegazione. "Ci rivolgiamo a lei perché la pratica ci è stata rifiutata da tre studi di avvocati".

La storia della giovane coppia gay viene raccontata dalla professionista pisana Giuliana Degl’Innocenti alla quale i due trentenni si sono rivolti dopo il diniego di altri colleghi.

Succede in questa estate caldissima.

Avvocato, perché racconta questo fatto?

"Perché me lo hanno chiesto loro".

E com’è andata?

"Lo scorso mese mi hanno telefonato questi due giovani, entrambi lavorano: volevano stipulare un contratto di convivenza, per disciplinare il rapporto patrimoniale, non se la sentivano ancora di affrontare l’unione civile: stanno insieme da 5 anni".

Ma?

"Tre studi di avvocati, nella loro regione di origine, hanno respinto il lavoro".

E con quale motivazione?

"Hanno spiegato che non potevano dare corso all’attività per motivi di coscienza etico-religiosa".

E’ previsto in ambito legale?

"Noi avvocati siamo liberi di assumere un incarico oppure di rifiutarlo, nessuno ci obbliga. Ma il punto, stavolta, è la giustificazione data. Si pone il problema, anche nel nostro settore, dell’obiezione di coscienza".

Perché poi hanno scelto lei?

"Hanno svolto una ricerca su internet: mi sono già occupata di altre questioni simili e mi hanno trovata in rete".

Qual è la procedura?

"Occorre autentificare le firme e dichiarare la conformità di quello che le parti convenute vanno a concordare".

Una procedura semplice.

"Certo".

E si tratta di un atto previsto.

"Dalla legge del 2016 che ha introdotto le unioni civili e i contratti di convivenza anche per le coppie etero".

Con il contratto che cosa si stabilisce?

"La residenza, la contribuzione al ménage familiare, ai fabbisogni della coppia, anche altri aspetti patrimoniali riguardanti eventuali immobili e clausole a piacimento, purché non siano in contrasto con le norme dell’ordinamento. Inoltre, se ci sono figli di uno dei due o di entrambi, si stabiliscono anche gli aspetti che riguardano la prole. E vengono registrati all’anagrafe".

Le è mai capitato un cliente rifiutato da un collega?

"Sì, è dal 2005 che svolgo questa professione".

Ma non per un caso simile.

"No. Infatti. I clienti mi hanno chiesto di far conoscere la loro vicenda. Perché se altri ricevono le stesse risposte, magari si possono scoraggiare".

E comunque hanno percorso un po’ di chilometri per poter concludere l’atto.

"Sì, per fortuna hanno risolto con un solo viaggio. Abbiamo concentrato tutto in una sola volta: li avevo preavvertiti della lettura del contratto. Ma, soprattutto, si sono sentiti emarginati. Rifiutati. Insomma, sono dispiaciuti per il pregiudizio e mi hanno detto di parlare di quello che hanno vissuto".