"Smontare un pezzo di acquedotto? Meglio dell’incuria... Ma parliamone"

Il sindaco registra un video davanti alle impalcature ‘trentennali’

Il sindaco di Pisa Michele Conti nel video registrato davanti al tratto pericolante dei Condotti, nel territorio di San Giuliano

Il sindaco di Pisa Michele Conti nel video registrato davanti al tratto pericolante dei Condotti, nel territorio di San Giuliano

Pisa, 17 novembre 2018 - Il dado è tratto, discutiamo. E’ questo il senso dell’intervento del sindaco Michele Conti sulle polemiche innescate dalla proposta della maggioranza di «smontare» un pezzo dell’acquedotto mediceo per rimontarlo altrove e consentire il passaggio della tangenziale Nord Est senza ricorrere al sottopasso. Conti reagisce alle accuse postando un video sulla sua pagina Facebook che lo ritrae proprio davanti ai Condotti. Ma non in un posto qualunque: ha scelto Ghezzano in uno dei punti dove l’acquedotto è ingabbiato da decenni da impalcature di sostegno che ne impediscono possibili crolli. «Il tema vero – sottolinea il sindaco – è se vogliamo o no la tangenziale Nord Est. Noi vogliamo realizzarla e tutti sappiamo che deve attraversare l’acquedotto mediceo. Smontare e rimontare due-tre arcate dell’acquedotto, così come indica la proposta del professor Massimo Dringoli, urbanista affermato con oltre cinquant’anni di esperienza (e assessore pisano all’urbanistica, ndr), collocandole magari al centro di una nascitura rotatoria, penso che equivalga a valorizzare quel patrimonio».

Insomma, la proposta è sul tavolo. Inserita nel Programma di mandato del centrodestra e lì resta. Semmai si apre un dibattito per entrare nel merito e procedere speditamente nella realizzazione dell’infrastruttura. «Ci sono stati – sottolinea Conti - precedenti illustri a Pisa di smontaggio e rimontaggio di beni architettonici: la Chiesa della Spina, ad esempio». Ma non è solo questo il punto, ci sono da valutare anche aspetti legati alla conformazione del terreno sul quale si svilupperà il tracciato della futura tangenziale: «Credo che sia meglio pensare a un passaggio a raso, piuttosto che a un sottopasso di 500 metri lineari – conclude Conti – in una zona bassa, di bonifica e che presenta gravi rischi idrogeologici Comunque apriamo un dibattito e vediamo. La nostra soluzione permetterebbe di consolidare e valorizzare tutti i 6 chilometri di acquedotto mediceo, una struttura storica che le precedenti amministrazioni hanno lasciato cadere a pezzi». Il sindaco difende la sua scelta e intende andare avanti affrontando le insidie di una discussione pubblica su un tema complesso come quello della tutela e la conservazione dei beni culturali. Ma soprattutto accusa il Pd (il partito che per primo ha attaccato il sindaco) di essere il principale responsabile dello stato di degrado in cui versa l’acquedotto.