Seung assolto dopo l’ergastolo: "Non influisce sulla sentenza"

Giuseppe Di Vetta (penalista e ricercatore della Scuola Sant’Anna): "Capacità si valuta su singolo caso"

Seung assolto dopo l’ergastolo: "Non influisce sulla sentenza"

Giuseppe Di Vetta, penalista e ricercatore dell’Istituto di Diritto, Politica e Sviluppo della Scuola Sant’Anna

di Antonia Casini

PISA

Condannato a Pisa all’ergastolo (per l’omicidio di Barbara Capovani), essendo stato dichiarato capace di intendere e volere, assolto a Lucca per diffamazione il giorno seguente sulla base di una perizia che stabilisce la sua totale incapacità. Il caso di Gianluca Paul Seung - lo aveva annunciato il suo legale, l’avvocato Andrea Pieri - ha posto domande "nell’uomo comune". Ma il giurista, in questo caso Giuseppe Di vetta, penalista e ricercatore dell’Istituto di Diritto, Politica e Sviluppo della Scuola Sant’Anna, spiega che "dal punto di vista del diritto la capacità di intendere e volere si valuta rispetto al fatto specifico oggetto del giudizio".

Quindi, nessuna sorpresa?

"È del tutto fisiologico e normale alla luce di questo principio che lo stesso soggetto possa risultare capace di intendere e quindi imputabile rispetto a un fatto di fronte a un tribunale ed essere prosciolto davanti a un altro".

Ma questa assoluzione quanto potrà influire sui successivi gradi di giudizio per l’accusa dell’omicidio della psichiatra?

"La sentenza di Lucca non inciderà per niente, si tratta di contestazioni completamente differenti. La vicenda che ha coinvolto la dottoressa è del tutto insensibile rispetto alla diffamazione verso l’ex primario dell’ospedale Versilia, il dottor Di Fiorino: sono episodi differenti accaduti in momenti diversi".

In appello, però, ci sarà di nuovo la giuria popolare, potrebbe essere condizionata in qualche modo dall’esito di Lucca?

"I giurati popolari sono dei giudici non togati che faranno le loro valutazioni ma non c’è incidenza automatica".

Stesso principio generale anche nell’eventuale ricorso per Cassazione?

"È completamente prematuro parlare già della Suprema Corte, perché si dovrà svolgere prima l’appello e comunque il fatto che le due sentenze siano viste come in contraddizione è una suggestione, ma non è giuridicamente fondata. È un errore prospettico che non considera l’aspetto giuridico".