Il professore Schettini, star del web: "Torre di Pisa, meravigliosa questione di fisica"

"Imperfetta eppure amata: un esempio per i giovani. La scuola torni a incendiare"

Le lezioni di fisica del professor Vincenzo Schettini (Foto di Michele Piscitelli)

Le lezioni di fisica del professor Vincenzo Schettini (Foto di Michele Piscitelli)

Pisa, 3 dicembre 2022 - Poiché pare che inquadrare le questioni con i numeri sia più efficace e serio allora lo facciamo anche noi, togliendoci subito il dente: 460k followers su Instagram, 810k su TikTok, 510k su Facebook, 330k su Youtube. Vincenzo Schettini, pugliese, professore di fisica, è oggi una star del web da due milioni di fans. Le sue pagine digitali e i suoi video caricati su "La fisica che ci piace" sono punto di riferimento per gli studenti di ogni parte d’Italia. Nei giorni scorsi il professor Schettini ha stregato ragazzi e genitori al teatro Odeon di Ponsacco. Un tutto esaurito incredibile con bambini e famiglie arrivati da ogni parte della Toscana per una lezione di fisica tenutasi nell’ambito della rassegna “I Concerti nella Repubblica” organizzati dal maestro Simone Valeri. E ancora, il suo libro, ‘La fisica che ci piace’ va a ruba: «semplicemente perché torna alle origini delle cose. Racconta una materia per ciò che davvero è: ovvero mostra come la fisica agisca e interagisca con la nostra vita quotidiana". Oggi Schettini racconta la ‘nostra’ Pisa: i misteri della torre, i sogni di Galilei e la scuola come dovrebbe essere.

Professore, perché la Torre di Pisa è ancora in piedi dopo 850 anni. La fisica come lo spiega?

"Beh, conceda una premessa".

Accordata.

"La Torre è stupenda e rappresenta un messaggio evocativo anche per i più giovani. E’ imperfetta, è torta: eppure è amata e fotografata da ogni persona. Io stesso mi rivedo in quei marmi. Oggi mi seguono milioni di persone, forse perché mi mostro esattamente come sono: imperfetto e fragile, curioso".

Poi però ci sono le potenti leggi della fisica a sostenerla.

"Certo. La Torre è una meravigliosa questione di fisica. Nel corso della costruzione, l’uomo ha cercato di cambiare la natura e domare le acque. Ma la natura si ribella. Allora l’uomo ha cambiato atteggiamento, con intelligenza: invece che voler modificare la natura ne ha assecondato le leggi. Così la Torre sta in piedi grazie ad un perfetto gioco di baricentri. Gli architetti hanno semplicemente postato il baricentro più in basso e più a sinistra cambiando la densità e riportando l’equilibrio".

Detta così sembra facile...

"Mio nonno, per spostare l’otre col vino, usava una leva. Di fisica non sapeva un accidente, ma aveva capito che, a seconda della lunghezza del braccio, si durava più o meno fatica. La fisica è propria degli uomini di mondo. E’ affar pratico, spesso di tutti i giorni".

Si può definire Galileo Galilei, il nostro scienziato pisano, un uomo di mondo?

"Certo. Una figura affascinante, grande orgoglio italiano. Uno dei primi a studiare la dinamica non come un concetto assoluto, ma dinamico. Creatore del metodo scientifico. Entusiasmante, poi, la sua diatriba con la Chiesa e la famosa frase: ‘Eppur si muove !’. Ecco, questa è la fisica che parla al cuore, quella che gridare ‘Eppur si muove’. Galilei ha studiato l’Universo. E sa una cosa?".

Che cosa?

"Si dibatteva se al centro vi fosse la terra o il sole. Ma oggi abbiamo scoperto che lo spazio è affetto da esotropia. Non vi è alcun centro. Nell’universo non vi è posto per l’egocentrismo. Non c’è posto per l’egoismo. Nessuno è al centro di un bel niente. Datevi pace".

Perché la sua fisica somiglia così tanto alla filosofia?

"Amo la filosofia è mi è da sempre chiaro il profondo legame con la scienza. Per capire i più complessi misteri della natura del nostro universo la filosofia ci può aiutare moltissimo".

Secondo lei l’uomo oggi è più saggio o soltanto mediamente più istruito rispetto ai tempi di Galilei?

"A mio avviso nel passato l’uomo si perdeva meno nei tecnicismi per arrivare direttamente all’essenza delle cose. Oggi abbiamo infinite nozioni: parliamo in ‘matematichese’, in ‘fisichese’, ma non ci rivolgiamo più all’anima deagli studenti. La scuola deve tornare a incendiare i ragazzi e dire loro: ’Scavate dentro di voi stessi’".

Ma spesso non accade.

"Siamo tutti troppi distratti e distanti. Oggi servono meno professori e più divulgatori e maestri. Meno studenti modello e più discepoli, come aveva Platone".