di Paola Zerboni
PISA
Non temere mai di prendersi il posto in prima fila. Scegliere sempre. Provarci, vincendo la paura. Perché anche fallimenti e delusioni fanno parte del gioco, ma soprattutto possono trasformarsi nell’opportunità di percorrere altre strade e, attraverso di esse, trovare la propria. "Fatevi avanti, tocca a voi": c’è tutto il senso di un impegno, di una sfida e di una missione nell’invito con cui la rettrice Sabina Nuti sprona i ragazzi dell’ultima fila a prendere posto nella prima, nell’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna, per la giornata conclusiva del corso residenziale di progetto "Me.Mo., Merito e Mobilità Sociale", rivolto ad oltre cento studentesse e studenti di grandi capacità, iscritti al quarto anno di scuole superiori in tutta Italia. Grazie a questo progetto, allieve e allievi della Scuola Superiore Sant’Anna sono diventati per tre giorni i loro tutor in un percorso verso gli studi universitari. Merito e mobilità sociale, parole chiave che per la Sant’Anna rappresentano una priorità strategica. E ieri, l’appuntamento finale del primo corso residenziale rivolto agli studenti delle quarte superiori, è stato declinato sul tema "Informazione e cittadinanza" grazie all’incontro con Agnese Pini, direttrice de "La Nazione". Agli oltre cento studenti e studentesse del corso Me.Mo. la direttrice ha raccontato come, quando e perché si è avvicinata al giornalismo (partendo dall’11 settembre 2001, l’attentato alle Torri Gemelle), qual è oggi il ruolo del giornalista e perché ha ancora senso cercare, attraverso la lettura di più giornali, un’informazione corretta e quel patto di onestà del giornalista con i lettori. Parole che hanno innescato il dibattito e le domande dei ragazzi e delle ragazze. Nicola Piras, Giorgia De Marco, Alessandro Roberto Bogdan, Anouar Labioui, Matteo Salvatore Lubelli, Giulia Follador quelli che hanno rotto il ghiaccio ed alzato la mano. "Fare il giornalista – ha sottolineato la direttrice Pini – significa ogni giorno fare delle scelte. E ogni volta che si sceglie si rischia di sbagliare. Il nostro è un mestiere forse con il più alto indice di errore, I giornalisti sbagliano e il margine di errore si abbassa solo perché non siamo soli, c’è una redazione, si fanno delle riunioni e ci si confronta. Ed è questa la differenza tra noi e chi fa comunicazione su tiktok, sui social, chi fa l’influencer o l’opinionista". "E perché i giornali danno spesso solo notizie negative, sorvolando su quelle positive?" è stata un’altra domanda. "È vero, dovremmo fare uno sforzo per raccontare anche tante storie belle. - ha risposto la direttrice Pini – ma sono le cose che non funzionano, o le tragedie, ad angosciarci. E dobbiamo dare risposte, pretendere risposte su quello che non gira bene". E poi l’invito, che è lo stesso della rettrice Nuti: "Non abbiate mai paura di prendervi il posto in prima fila".