La superTac ha già salvato 600 pazienti

Il professor Cademartiri illustra il macchinario innovativo fornito alla Fondazione MonasterioCnr

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di Gabriele Masiero

PISA

Una tac fotonica capace di individuare nel cuore anomalie su arterie talmente piccole, dello spessore di un capello, grazie alla quale è possibile non solo "giungere a una diagnosi precoce, ma addirittura intervenire sulla malattia in una fase pre clinica in modo farmacologico". Insomma, assicura Filippo Cademartiri, direttore del dipartimento Immagini della Fondazione MonasterioCnr, "un tesoro di cui dobbiamo andare orgogliosi perché siamo i primi in Italia a usarlo e i secondi al mondo ad averla dedicata interamente alla cardiologia". La tecnologia Photon Counting di Siemens Healthineers, utilizzata in ambito cardiovascolare, è un gioiello che, osserva il radiologo, "arricchisce in modo esponenziale l’offerta territoriale della sanità pubblica". In pratica la nuova Tac si basa su un rilevatore radicalmente diverso da quelli degli scanner standard. Il rilevatore a conteggio di fotoni converte direttamente i fotoni dei raggi X in segnali elettrici e poi li conta senza perdita di informazioni. La nitidezza e il contrasto sono così, migliorati. E le immagini, ottenute in un tempo estremamente più breve, contengono informazioni diagnostiche più rilevanti con maggiore precisione.

A Pisa è arrivata un paio di mesi fa: quanti pazienti avete già trattato con questa tecnologia?

"Circa 600 persone e non si tratta di una sperimentazione. Ma di esami su pazienti veri che grazie a questo trattamento di imaging hanno ottenuto la loro diagnosi e gli, eventuali, conseguenti approcci terapeutici. Questo strumento introduce un’autentica rivoluzione nella sanità perché si apre una stagione completamente nuova nella diagnostica avanzata e in particolare nel settore cardiaco e vascolare, grazie a questo strumento che ci permette di vedere anche le più piccole alterazioni, consentendo di intervenire più precocemente sulla malattia aterosclerotica".

Quali sono i benefici diretti per l’utenza?

"La possibilità di avere diagnosi estremamente precise su eventuali alterazioni che adesso siamo in grado di individuare prima ancora che la malattia si presenti e questo consente di adottare tempestivamente terapie più efficaci. Inoltre, essendo questa una macchina aggiuntiva, porteremo anche ad una maggiore accessibilità alle prestazioni diagnostiche cardiovascolari".

Quanto è importante che tutto ciò sia realizzato dalla sanità pubblica?

"Deve essere motivo di orgoglio per il territorio e per i cittadini. Perché non solo alla Fondazione Monasterio siamo stati capaci di portare una tecnologia decisamente all’avanguardia con poche decine di apparecchiature attive in giro per il mondo, per lo più negli Stati Uniti, ma perché abbiamo dimostrato di saper mettere a terra un paradigma fondamentale della sanità: il rapporto della ricerca scientifica con l’industria".

Si spieghi meglio.

"I due pilastri della sanità sono la ricerca e l’industria. Questa particolare Tac prodotta da Siemens Healthineers è l’unica nel suo genere e a Pisa abbiamo saputo coniugare questi due pilastri: ricerca all’avanguardia e applicazione industriale. Il tutto a beneficio di pazienti che possono godere di una tecnologia assai più costosa (anche in termini di formazione del personale) e assai più efficace allo stesso prezzo delle prestazioni sanitarie che erogavamo prima di utilizzarla".