"Knaster non vedeva l’ora di chiudere Fin da subito vi è stata una grande sintonia"

L’avvocato Pizzoccheri ha curato gli aspetti legali dell’affare: "Corrado e il finanziere volevano fortemente lavorare insieme"

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di Francesco Paletti

"Noi siamo stati coinvolti dal mese di novembre e fin da subito è stato chiaro che entrambe le parti avevano intenzione di chiudere in fretta, più o meno nei tempi in cui poi è avvenuto effettivamente il closing ufficiale". Non c’è stata alcuna accelerata dell’ultim’ora, insomma, nella trattativa che ha portato il finanziere anglo-americano Knaster, patrimonio personale da 2,2 miliardi di dollari, alla guida del club nerazzurro con il 75% delle quote. Lo assicura l’avvocato Fabio Pizzoccheri che –, insieme al collega Davide Contini, entrambi dello studio Grimaldi di Milano –, ha curato la trattativa dal punto di vista legale per conto del presidente Corrado e della parte venditrice, ossia degli ormai ex soci Ricci e Paletti, che hanno ceduto le loro quote all’investitore d’origine russa.

Dunque era già tutto, o quasi, previsto?

"Per quanto riguarda la tempistica più o meno si. Fin dal nostro coinvolgimento c’era da entrambe le parti l’intenzione di chiudere nel più breve tempo possibile, indicativamente entro la fine di gennaio. Il giorno preciso poi e dipeso un po’ dalla disponibilità delle parti, ma non credo faccia una gran differenza".

Lo studio Grimaldi quando è stato coinvolto?

"Indicativamente dall’inizio di novembre. Ma, ovviamente, la trattativa andava avanti già da qualche mese".

Dall’esterno si è avuta l’impressione di una trattativa in discesa. E’ stato realmente così?

"Sostanzialmente è così: si è svolta in un clima assolutamente amichevole dall’inizio alla fine anche perché è stata condotta da gentiluomini. Inoltre c’è stato un elemento direi fondamentale che ha consentito di procedere spediti e che penso sia assolutamente di ottimo auspicio per il Pisa…".

Quale?

"La ferma volontà da entrambe le parti di chiudere la trattativa. Knaster mi è sembrato non vedesse l’ora di cominciare questa nuova avventura ma lo stesso entusiasmo l’ho percepito anche da parte della famiglia Corrado. Mi pare ci sia una grandissima sintonia fra le parti e anche una forte volontà di lavorare insieme: entrambe credono fortemente in questo progetto".

Nei giorni precedenti il closing, stando almeno alle indiscrezioni, sembrava però che Ricci e Paletti potessero restare come soci di minoranza. Anche la loro uscita è stata indolore?

"Non c’è stato alcun problema neppure da questo punto di vista. Penso che la loro uscita fosse già concordata. Confermo, comunque, che della precedente compagine societaria prosegue solo la famiglia Corrado, attraverso il veicolo Magico".

Quindi “Magico Pisa”, la società che aveva rilevato il club nerazzurro da Petroni, è uscita di scena?

"Direi di si: Non fa più parte della compagine societaria".

Il fatto che i bilanci del Pisa fossero certificati da una realtà di credibilità internazionale come Kpmg ha aiutato la trattativa?

E’ stato un elemento che ha dato molta serenità all’acquirente. Ma direi che più della certificazione in sé, è stato il contenuto del documento a tranquillizzare e incoraggiare: il fatto che il Pisa fosse una società sana, con i conti in ordine, riflesso di una gestione attenta e rigorosa, è stato un aspetto determinante".