Dal "ditismo" di Galileo al "Malgioglio" di Riglione, le statue curiose in giro per Pisa

Le statue contemporanee nei luoghi pubblici della città creano dibattito e ironia sul web La gallery: https://www.lanazione.it/pisa/cronaca/foto/la-galleria-delle-statue-nel-mirino-del-web-1.4477184

Il "Malgioglio" alla Rotonda di Riglione

Il "Malgioglio" alla Rotonda di Riglione

Pisa, 6 marzo 2019, Una statua per Galileo in Largo Ciro Menotti entro il 2020, il ritorno di quella di Fibonacci in piazza XX Settembre, il recupero del Globo di Galileo finito in un magazzino a Pietrasanta. Sono annunci o iniziative comunicati dall’assessore alla cultura Andrea Buscemi che, sin dall’inizio del suo mandato, ha mostrato una certa sensibilità verso l’arte e la scultura. L’assessore ha così aperto una inedita pagina di riflessioni sulla città e il suo paesaggio urbano che in molti punti presenta statue risultato di doni di enti, artisti o associazioni ma isolate da una meditata programmazione di contesto. Alcune di esse, secondo alcuni mal riuscite per estetica e funzione, hanno acceso dibattiti e persino meritato interrogazioni in consiglio comunale. Ci si domanda allora se e quale senso abbia, oggi, riempire la città di statue e se non occorra piuttosto una pianificazione che eviti o risparmi critiche e inconvenienti. Come quelli nati intorno a Girantide, l’installazione nella rotonda di Riglione, opera e dono di Gianni Lucchesi (inaugurata nel 2005). Rappresenterebbe la forza e l’energia delle auto che transitano da via Fiorentina. Per alcuni opera d’arte, per altri ferraglia arrugginita, su Girantide si aprì una discussione in consiglio comunale, perché ritenuta pericolosa in caso di incidente. Da terra in effetti s’innalza un groviglio di tubi metallici, color ruggine, interrotti, a un certo punto, da altri tubi colorati di giallo. Un effetto “ciuffo” che ha reso l’installazione popolare sul web col nome di “Malgioglio”. La ruggine, fra l’altro, costrinse il suo autore a un intervento di ripulitura realizzato a sue spese. Poco riuscite, nell’estetica e nel concetto, e spesso nel mirino del popolo del web la Kinzica di Piazza Guerrazzi, il Galileo della Cittadella e il San Ranieri di Cisanello.  La Kinzica, opera del farmacista Angelo Ciucci, fu donata nel 2005 dal Rotary Pisa Galilei per il centenario del Rotary International; quelle braccia e il volto levati al cielo non rendono, secondo alcuni spiritosi storici dell’arte che su facebook ironizzano, il trasalimento che la prese dinnanzi ai Turchi, Sin da subito nel mirino dei più critici è il Galileo della Cittadella, di Stefania Guidi, donata nel 2009 da Flaminio Farnesi, e dagli Amici dei Musei. In bronzo, alta 2,80 metri su un basamento di marmo di Carrara, a più riprese anima il dibattito fra i pisani sul web. Per alcuni: “Rientra nella corrente del “Ditismo”: Galileo, come colto da ictus, con quel ditone puntato verso l’infinito pare voler centrare un buco; come un pendant di Kinzica, esempio della corrente dell’Ommammamiaismo”  In bronzo, celebrato all’epoca della sua collocazione, nel 2011, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, è il San Ranieri di Alessandro Caetani alla rotonda di Cisanello. Il Patrono alle porte della città rappresenta l’accoglienza con i simboli di pane e acqua, ma la resa estetica di quel pane ha spinto alcuni a rinominare la statua "San Ranieri della Baguette". Oggetto di critiche e di polemiche è poi quello che i pisani chiamano “palo arrugginito” davanti a Porta San Zeno, “una delle opere meno riuscite o comunque incomprensibili, in quel contesto, di Mauro Staccioli, il grande artista volterrano”.