"Era un bravo ragazzo con cattive compagnie"

Lo zio Ciniglio: "Da bambino era iperattivo, la mamma lo portava dai medici"

Lo zio, è il fratello della madre, Nicola Ciniglio, a fine udienza si ferma fuori dall’aula con i giornalisti. Anche in questo caso, non è semplice capire il suo pensiero.

Che idea si è fatto della vicenda?

"Non è facile dirlo, ma l’idea mia è che da essere un bravo ragazzo è passato a essere stato condannato per un ambiente che non era per lui, dove ha trovato delle cattive compagnie (in carcere, ndr) che lo hanno portato a ragionare in un certo modo, mo’ non so che modo è".

In che senso?

"A Napoli (dove ha vissuto fino ai 12 anni, ndr) hai difficoltà a incontrare persone, lì vive da solo e ha avuto a che fare con tante persone, è facile che è stato detto questo ed è stato detto quest’altro. Poi ci stanno i computer con tante notizie che lui se le prende anche se non sono vere".

Nelle intercettazioni si sente che ha usato il termine ’istigato’.

"Istigato significa pure quando uno si amareggia per un fatto che ha subito".

Lui è convinto di aver subito dei torti?

"Sì".

Le ha detto di averli subiti?

"Lo intuisco io".

Cioè?

"Lo mandi in ospedale dove viene legato (fu proprio la dottoressa Barbara Capovani a legarlo solo per un giorno, perché temeva che potesse molestare delle pazienti, "aveva già tentato di farlo", è stato ricostruito in aula, ndr). E il giorno dopo lo rimandi a casa perché voleva parlare con i giornali? Le autorità abusano del potere".

L’ultima volta che l’ha visto com’era?

"Sono andato a trovarlo. Era normale, anche amico di chi gli è vicino".

E le ha detto che stamattina (ieri per chi legge) sarebbe venuto qua?

"Questo non lo so".

L’ha visto tranquillo?

"Sì, sì, tranquillissimo".

Che cosa le dice su questa vicenda?

"Non ne parla continuamente lui. Può parlare delle cose che lui scrive e continua a scrivere, va a dire che sfruttano i bambini. Lo diceva fin da quando aveva 12 anni".

Ma lui afferma di essere innocente?

"No, no, no, lui non ha mai parlato di questo".

Da bambino com’era, lo ha descritto in aula?

"Era iperattivo. La mamma lo portava anche dai medici per vedere che cosa potesse avere".

Ma era mai stato aggressivo?

"No. No.".

Nella prossima udienza, il 19 giugno, la difesa ascolterà un altro detenuto e altri due zii dell’uomo il quale sui social si era auto definito "sciamano".

An. Cas.