"Anticorpi monoclonali, opportunità da non sprecare". Polemica sugli "ostacoli"

Il professor Menichetti: "Dispiace che qualcuno dentro l’ospedale preferisca disseminare ostacoli su questa sperimentazione"

Il primario di malattie infettive, Francesco Menichetti

Il primario di malattie infettive, Francesco Menichetti

Pisa, 12 marzo 2021 - "Siamo il primo e unico centro italiano che ha avviato, con già sei pazienti reclutati, la sperimentazione con gli anticorpi monoclonali di AstraZeneca, ma purtroppo riceviamo tentativi di obiezioni sindacali con argomentazioni risibili che rischiano di azzopparci e di impedire che i test possano proseguire". L’allarme arriva direttamente dal primario di malattie infettive, Francesco Menichetti, che spiega: "C’è, dentro l’ospedale, evidentemente chi non vede di buon occhio che si curi il Covid. Mi riferisco a personale infermieristico e medico che ritiene non si possa allestire nel reparto di malattie infettive un ambulatorio in completa sicurezza dove eseguire questa sperimentazione e lo trovo inqualificabile. Penso che i sindacati dovrebbero impegnarsi per perseguire obiettivi più nobili".

La terapia con i monoclonali di AstraZeneca è sperimentale, ma presto arriveranno anche quelli di Regeneron Roche e Eli Lilly, già in via di approvazione da parte dell’Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco. "Con quei prodotti – osserva Menichetti–- questa terapia non sarà più sperimentale ma routinaria e quindi dovrà essere offerta da centri clinici autorizzati dalla Regione. Se la sua efficacia venisse dimostrata si tratterebbe di un’arma in più per contrastare il virus a favore dei pazienti, ma anche per alleggerire la pressione sugli ospedali, perché permette di intervenire precocemente su soggetti che non hanno sviluppato una forma grave della malattia. Quindi mi stupisce, mi meraviglia e mi rammarica che ci sia all’interno del sistema chi rema contro".

Per avere le prime risposte terapeutiche sui monoclonali di AstraZeneca: "ci vorrà ancora qualche settimana, almeno un mese –, conclude Menichetti – ma bisogna interrogarsi se continuare a lavorare in questo clima o se invece cambiare approccio: c’è da chiedersi, infatti, se chi dovrebbe impegnarsi in prima persona per realizzare questi progetti sentendosi onorato e impegnato in prima linea per curare i pazienti, preferisce invece mettersi di traverso ed essere colui che dissemina di problemi e ostacoli il percorso per individuare una possibile via d’uscita alla crisi che stiamo vivendo".

Gab. Mas.