Si cerca la casa del conte Ugolino

Il Consorzio di bonifica finanzia lo scavo

Marco Monaco,  presidente del consorzio di bonifica

Marco Monaco, presidente del consorzio di bonifica

Pisa, 9 luglio 2016 - Quasi 8 secoli dopo Pisa potrebbe finalmente ritrovare e riportare alla luce la casa del conte Ugolino della Gherardesca, il più controverso esponente, ma anche il più influente dal punto di vista politico, di una delle famiglie più aristocratiche della Toscana. Potrebbero bastare sei settimane per centrare l’obiettivo, almeno secondo le previsioni del consorzio di bonifica del basso Valdarno che ha affidato a un team di archeologi una campagna di scavi che partirà lunedì prossimo nel giardino di Palazzo Franchetti, sede di rappresentanza dell’ente, affacciato sul Lungarno Galilei. I lavori interesseranno l’unico punto non edificato dei Lungarni pisani: proprio nel luogo dove dopo l’abbattimento della casa sul terreno venne sparso del sale e venne proibita la costruzione di qualsiasi edificio. Ancora oggi è l’unico spazio verde che si affaccia sull’Arno, sulla riva meridionale del fiume. E’ proprio in questo punto che, secondo la documentazione scritta medievale, erano ubicate alcune abitazioni dei Della Gherardesca e in particolare del conte Ugolino. Dopo anni di studi da lunedì partirà la campagna di scavi. L’investimento è di circa 40 mila euro e prevede anche una prima musealizzazione dei reparti e l’apposizione di una cartellonistica ad hoc se gli scavi avranno successo. “Le prospezioni geognostiche effettuate nel 2010 - ha spiegato l’archeologa Monica Baldassarri, direttrice scientifica del progetto - sembrano confermare la presenza di strutture murarie sepolte dalla profondità di 0,89 metri fino a circa 1,59 metri dall’attuale piano di calpestio”. Alla fine di questo progetto nascerà un piccolo museo che testimonierà l’esistenza della casa. L’idea del presidente del consorzio, Marco Monaco, è quella “di lasciare gli scavi a cielo aperto, anche se tutelati e segnalati per renderli fruibili a chiunque, e auspico che si possa trovare su questo punto un accordo con la Soprintendenza”. Vasellame, arredi e oggetti saranno invece esposti in una stanza ad hoc della sede del consorzio. “Uno scavo di questa portata - ha concluso Monaco - sia a livello storico che culturale avrà un ritorno inestimabile per la città da un punto di vista economico e turistico”. E l’assessore ai lavori pubblici, Andrea Serfogli ha rilanciato: “Si potrebbero musealizzare in questo contesto ahe i reperti trovati, e oggi chiusi in magazzino, durante gli scavi per la realizzazione delle isole ecologiche interrate del centro storico. Il Comune è pronto a fare la sua parte anche sotto il profilo finanziario, per inserire questo sito nel circuito museale dei Lungarni”.

Gabriele Masiero