Trascinato al largo dalla corrente, turista salvato dal bagnino

Tirrenia, l’uomo che «annaspava e non riusciva a rientrare» si trovava allo stabilimento «Fiorella». Portato in ospedale

Il bagnino Valerio Ricci

Il bagnino Valerio Ricci

Tirrenia (Pisa), 14 giugno 2018 - Un mare brutto che si stava risucchiando un turista. Ma l’intervento di Valerio Ricci, il bagnino 38enne dello stabilimento balneare Fiorella a Tirrenia, ha evitato che un tuffo si trasformasse in tragedia. E’ successo a fine mattinata del 13 giugno 2018 quando un 53enne (a luglio 2018) di origine romena è entrato in acqua. «E’ andato al largo ed è poi stato in difficoltà – ricostruisce Valerio, livornese – Annaspava, quindi mi sono buttato e, con l’aiuto di pinne e baywatch, l’ho riportato a riva». Un’operazione non facile, viste le condizioni meteo: «Il mare era mosso e la corrente forte». Un salvataggio complesso anche per un altro motivo. «L’uomo è fisicamente ben piazzato». Mentre il bagnino lo riconduceva a terra, la direzione ha chiamato i soccorsi, come spiega il gestore Emanuele Simoni. «Abbiamo contattato subito il 118. Il signore è un cliente inviato da un albergo in zona dove si trova al momento. Era in compagnia della moglie molto spaventata». La centrale operativa ha così inviato sul viale del Tirreno la Pubblica assistenza del litorale pisano e la medicalizzata da Livorno. Il turista era cosciente ma sofferente e quindi si è deciso per trasferirlo al Pronto soccorso della città dei Quattro Mori, il più vicino: non è in pericolo di vita.

«Non è la prima volta che faccio interventi – racconta ancora Valerio – ma lo è con queste caratteristiche. C’era tanta corrente e lui è ben piantato. Era affaticato ma non ha mai perso conoscenza, però non ce la faceva più e non riusciva a rientrare. Una volta sulla battigia, abbiamo praticato tutte le manovre previste in questi casi. Poi è stato affidato al personale sanitario. Voglio ringraziare la Federazione italiana salvamento acquatico labronica e, in particolare, i maestri Giancarlo Perrotta e Ugo Nesti che mi hanno dato gli strumenti necessari per fare questo lavoro».