Renzi all'attacco di Ermini e Nardella, carissimi nemici

Il leader di Italia viva contro gli ex compagni di viaggio: il sindaco di Firenze e il vicepresidente del Csm

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Firenze, 26 luglio 2021 - Sono tutti amici, in teoria. O forse lo erano. Dario Nardella, David Ermini. Già membri autorevoli del Giglio Magico, oggi sono gli ultimi nuovi avversari di Matteo Renzi. Forse anche gli ultimi rimasti, visto che ormai in giro non c’è quasi più nessun renziano d’origine controllata da mettere nel mirino. Li attacca da giorni, il senatore di Scandicci, nel suo nuovo libro, “Controcorrente”, e nelle interviste.

Il primo, Nardella, ex Ds, è stato suo vicesindaco quando era a Palazzo Vecchio, il secondo, ex Margherita, compagno di avventure politiche prima ancora che Renzi diventasse presidente della Provincia. Storie fiorentine, storie del Valdarno. Quando i renziani erano pochi tra gli eredi della tradizione democristiana, ma quei pochi - usati come grimaldello - bastavano a ribaltare i rapporti di forza con i post-comunisti, allora fortissimi. Altre epoche, e persino altre epiche. Non esisteva ancora nemmeno il Pd. Oggi è di nuovo tutto cambiato, a sentire Renzi, e le antiche amicizie non esistono più: prima se l’è presa con Ermini, vicepresidente del Csm, poi con Nardella.

Ermini è stato scelto, secondo Renzi, durante una di quelle cene del cosiddetto “Sistema Palamara” alle quali partecipavano lo stesso Luca Palamara, Cosimo Maria Ferri e Luca Lotti, “ma quel ruolo era troppo grande per lui”, scrive il senatore di Scandicci nel suo “Controcorrente”. “Quando mi fu chiesto un parere, conoscendo molto bene la mancanza di coraggio di Ermini, suggerii prudenza”. Ma alla fine “l’accordo tra i politici e le correnti porta il nome di Ermini. Il quale, quando esplode lo scandalo, finge di dimenticare che le cene con i suoi grandi elettori, che pubblicamente deplorava, erano le stesse che gli avevano permesso di sedere sulla poltrona dalla quale pontificava”.

Qualche giorno dopo l’uscita del libro, Renzi è tornato ad attaccare Ermini in diretta tv, a Quarta Repubblica: “Io riconosco le mie responsabilità. Quando dico che noi abbiamo nominato Legnini ed Ermini, a me ha molto colpito quando David ha ipocritamente archiviato le cene di Palamara, Ferri e Lotti come un vizio, come un errore dando la responsabilità a quei tre. Io lo so che quelle cene sono state l’unico elemento per il quale David Ermini è stato nominato vice presidente del Csm”. Insomma, “non ci prendiamo in giro. David Ermini è stato selezionato come vice presidente in una di quelle cene, e le cene non le facevano solo Lotti, Palamara e Ferri. Le facevano tutti. Tutti i politici hanno fatto le cene per avere accordi correntizi. È un dato di fatto, anche se a me non piace. Ci sta che uno vada e dica ‘non si possono fare le cene’. Ma non lo può dire chi di quelle cene è stato il beneficiario. Questi che oggi fingono di scendere da Marte dov’erano fra il 2014 e il 2018?”. Dunque, “se vuoi cacciar via l’ipocrisia bisogna guardare al futuro in altro modo”. Volano cenciate, e che cenciate signora mia. Ermini, per ora, non ha replicato e non intende farlo.

Nel fine settimana appena trascorso invece l’oggetto delle attenzioni renziane è stato Nardella. Questione antica, più antica persino dei renziani, l’aeroporto di Firenze: “Letta ha detto che bisogna abbandonare il progetto dell’ampliamento aeroportuale di Firenze, il Pd pisano plaude e non si rende conto che se salta Firenze salta anche Pisa perché la società oggi è la stessa, il sindaco di Firenze Nardella cambia idea e appoggia la candidatura di un sindaco no aeroporto (Lorenzo Falchi, a Sesto Fiorentino, ndr), a Palazzo Vecchio il Pd fiorentino vota le mozioni su Peretola coi grillini”, ha detto il leader di Italia viva in un’intervista alla Nazione. “E qui mi pongo delle domande. Se i Democratici cedono ai grillini su tutta la linea, magari vincono il collegio di Siena, ma tradiscono anche moralmente tutte le nostre battaglie storiche. E fanno un danno all’economia Toscana. Mi rivolgo a Nardella: Dario, non puoi arretrare su questo tema. Il bene di Firenze è più importante del consenso del segretario pro tempore del tuo partito”. Vatti a fidare degli amici, anzi, degli ex amici.