Il senatore Taricco (Pd): "Il ddl Zan va migliorato, altrimenti rischia l'affossamento"

"Le definizioni all’articolo 1, in particolare sull’identità di genere, credo siano inopportune in questa sede nei tempi e nei modi”. E se alla fine mancassero i numeri?

Il Parlamento (Ansa)

Il Parlamento (Ansa)

Firenze, 7 luglio 2021 - E se alla fine i numeri per approvare il ddl Zan al Senato mancassero? Il dubbio serpeggia nel Pd, nonostante le granitiche esternazioni lettiane (“I numeri ci sono”). Ci sono senatori del Pd non del tutto convinti dall’impianto della legge e che chiedono modifiche. Come il senatore Mino Taricco, che ha votato sì per la calendarizzazione in aula del Ddl Zan, “perché credo che una integrazione normativa per contrastare con maggiore efficacia i reati contro la persona a sfondo omotransfobico sia necessaria”.

Tuttavia, aggiunge subito Taricco, cattolico, “rimango convinto che l’attuale testo presenti delle criticità e la necessità di alcune correzioni nei punti più sensibili di cui molto si è parlato in queste settimane ed anche in questi ultimi giorni. Le definizioni all’articolo 1, in particolare sull’identità di genere, credo siano inopportune in questa sede nei tempi e nei modi”.

Questa legge, dice Taricco, “nasce per prevenire e sanzionare gli atti di discriminazione e violenza motivati da omotransfobia, e su questo avrebbe dovuto concentrarsi, e non invece aprire in questa sede una discussione di natura antropologica sull’identità di genere, assolutizzandone il dato della percezione individuale, peraltro anche in dissonanza a recenti sentenze della Corte Costituzionale. Continuo ad essere convinto che un simile tema non debba essere definito in questa sede, una legge penale, che per sua natura chiederebbe riferimenti puntuali ampiamente condivisi”.

Così come, spiega Taricco, “sono convinto che la formulazione pervenutaci dalla Camera dell’articolo 4 debba essere rivista. Il ridefinire i confini di un diritto sancito costituzionalmente, quello di espressione, su un tema così delicato, prevedendo tra l’altro, che possa essere sanzionata una opinione, pur in assenza di concreta istigazione all’odio o alla violenza, per una potenziale correlazione ad atti discriminatori o violenti di terzi, credo sia molto pericoloso”.

E poi la previsione dell’articolo 7 sulla “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”, e la possibilità di portare questi temi nelle “scuole di ogni ordine e grado” a partire dalle materne ed elementari, “è dal mio punto di vista non condivisibile”, aggiunge Taricco. “Credo vi sia ancora tutto il tempo di migliorare il testo pervenuto dalla Camera, e credo che tutti dovremmo sentire la responsabilità di farlo. Alzare muri contro ogni possibilità di dialogo e di miglioramento, rischia di spianare la strada o alla responsabilità di approvare una legge con elementi negativi che si potevano evitare, oppure di portare ad affossare definitivamente la legge”.