FILIPPO PALAZZONI
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Spareggio Fabo. Scossa Chiera: "Compatti e duri. Meritiamo la A2»

L’argentino: "Gli infortuni ci hanno reso più forti. Squadra, società e tifosi: uniti per battere Mestre".

Adrian Chiera nei playoff sta viaggiando a 13,9 punti di media con il 40% da 3

Adrian Chiera nei playoff sta viaggiando a 13,9 punti di media con il 40% da 3

Due finali perse consecutive non scalfiscono il suo status di ’Caudillo’ dei playoff di Serie B Nazionale: ad inizio stagione Adrian Chiera aveva promesso a sé stesso e ai tifosi di fede Herons che avrebbe fatto di tutto per tornare a giocarsi l’A2 con i colori rossoblù addosso. Ci è riuscito, insieme ai suoi compagni, giocando una postseason da dominatore e nonostante l’epilogo della serie contro Ruvo non sia stato quello sperato la formula della B Nazionale dà un’ultima meravigliosa opportunità di riscatto: la finalina del 22 giugno nella ’sua’ Cento, piazza in cui ha centrato la prima delle sue due promozioni in Serie A2.

Chiera, c’è ancora un ultimo step da compiere.

"Questo spareggio è un’ancora di salvataggio, anche se giocarsi una stagione in quaranta minuti è per certi versi un po’ crudele. Affrontare la finale sapendo che in caso di sconfitta c’era ancora un domani ci ha comunque un po’ tranquillizzato.

Due finali raggiunte in due anni e purtroppo due sconfitte: a differenza dell’anno scorso però ci sono pochi rimpianti.

"Nonostante venissimo da una finale persa all’inizio dei playoff praticamente nessuno, se non forse noi e i nostri tifosi, pensava che potessimo tornarci. La squadra ha dato veramente tutto, è stata un’annata piena di difficoltà ma anche di grandi imprese. Il rammarico è stato quello di arrivarci in una situazione di emergenza".

Foste stati al completo sarebbe finita diversamente contro Ruvo?

"Non si può mai dire, loro sono una grandissima squadra e probabilmente sarebbero stati comunque favoriti. Dispiace soprattutto per Nicola Mastrangelo, che è stato sfortunatissimo tutta la stagione, ed Emanuele Trapani. Per non parlare di Benites… Speriamo che per domenica possa recuperare".

L’emergenza continua vi ha sicuramente tolto tanto…ma vi ha dato anche qualcosa?

"Ci ha sicuramente reso più forti, ha ulteriormente compattato un gruppo che aveva già un vissuto importante, nel bene e nel male. E ci ha insegnato a lottare".

Il popolo Herons ha riconosciuto a questa squadra la capacità di gettare il cuore oltre l’ostacolo, vi ha sempre sostenuto e vi sosterrà anche domenica.

"Non potrò mai ringraziarli abbastanza. È stata un’annata di sacrifici, per tutti: per noi perché in un campionato da oltre cinquanta partite non abbiamo mai potuto rifiatare, causa infortuni, per la società che ha dovuto organizzare nei minimi dettagli una stagione disputata sempre in trasferta ma anche per i nostri tifosi che ci hanno seguito a Lucca e in tutta Italia".

Un’annata che tutto il mondo Herons meriterebbe di concludere con una grande gioia.

"Sicuramente sì, senza nulla togliere a Mestre che comunque ha fatto un grande campionato ed è stata capace di risalire la china dopo un avvio difficile, oltre ad aver fatto dei playoff eccellenti".

Una parabola, quella dei lagunari, che ricorda un po’ quella di Avellino dello scorso anno?

"Un po’ sì, spero però che in questo caso il finale sia diverso. Sarà il campo a dirlo".

Si pensa che la Fabo abbia dalla sua l’esperienza e la presenza di giocatori vincenti, è d’accordo?

"Siamo in tanti ad aver giocato finali e ad aver vinto, è vero, ma essere abituati a palcoscenici di questo tipo non è tutto. Conta molto anche il talento e nel roster di Mestre ne vedo parecchio".

Quali giocatori della Gemini la preoccupano di più?

"Hanno tanti elementi potenzialmente decisivi, quelli con più storia sono Galmarini e Contento ma anche Rubbini è un giocatore formidabile".

Come si giocano queste partite?

"Le scelte tattiche saranno ovviamente molto importanti ma a mio avviso è il carattere che fa la differenza. Devi essere un leone, aggredire la partita fin dai primi minuti e avere la solidità mentale per andare oltre i tuoi eventuali errori".

Filippo Palazzoni

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