Fabio Sabatini al via del Giro d’Italia "Se le gambe reggono, non mollo"

Inizia oggi con la cronometro di Torino l’11° Giro d’Italia per Fabio Sabatini in sedici anni di presenza nei professionisti. Il trentaseienne di Montecatini in maglia Cofidis è pronto a recitare il suo ruolo di apripista, al quale dovette rinunciare nel Giro d’Italia 2020 in quanto positivo al Covid. L’ultimo uomo del treno per lanciare alla vittoria il suo capitano Elia Viviani questa volta è pronto.

Sabatini anche di recente, rispondendo alla domanda se avesse deciso o meno su quando appendere la bici al chiodo, aveva prontamente risposto: "Finché le gambe reggono vado avanti". In 16 anni da professionista, iniziati nel 2006 al Team Milram, ha lanciato alla vittoria molti grandi velocisti, dal primo Alessandro Petacchi, considerato da Sabatini come un fratello, al tedesco Zabel, grande professionista da prendere come esempio. La serie è proseguita con il toscano di Castiglion Fiorentino Daniele Bennati, altro forte velocista, quindi Sagan, un altro grande che portato in buona posizione per la volata, sapeva fare tutto da solo. Sabatini ha gareggiato per una sola stagione con Mark Cavendish, col colombiano Gaviria, altro grande sprinter, per arrivare all’altro tedesco Kittel, forse il velocista più potente del dopo Mario Cipollini.

Con Elia Viviani, l’attuale velocista da "pilotare", Fabio Sabatini ebbe già i primi contatti nella stagione 2010 quando il corridore veneto al debutto nei professionisti, dimostrò la sua forza, abilità e scaltrezza, provenendo dalla pista. In 16 anni di professionismo Sabatini ha vinto una cronosquadre e quella nella crono-coppia a Borgomanero nel Novarese con Fabio Velo nel 2018. Tra i vari piazzamenti anche un 13° posto nel 2012 al Giro delle Fiandre. Per Fabio una vita in bici iniziata da giovanissimo, non ancora finita: il ciclismo di gente come Sabatini ha ancora bisogno.

Antonio Mannori