Terme, c’è anche l’offerta del fondo di Praga

Dopo Oracle pure la cordata della Repubblica Ceca (ma con capitali provenienti da tutta Europa) ha presentato la documentazione

Anche un Fondo di investimento, con sede a Praga, dotato di capitali presenti in varie nazioni europee, anche in zone fuori dal continente, ha presentato la sua offerta per l’acquisto del pacchetto di maggioranza delle quote azionarie delle Terme. Il gruppo ha mandato anche un progetto di ristrutturazione dell’azienda, oltre a rispondere a rispondere a tutte le richieste dell’amministratore Alessandro Michelotti. Salgono così a due i soggetti che hanno presentato offerte ufficiali. L’altro fondo di investimento, come abbiamo scritto ieri, è l’inglese Oracle, assistito dall’advisor Infinet. In base alle ultime informazioni, questo soggetto avrebbe rialzato la proposta iniziale per l’acquisto della maggioranza del capitale sociale e risposto a tutti i quesiti dell’amministratore Alessandro Michelotti. La proposta è stata formalizzata attraverso Infinet a Regione e Comune. Intanto, nei giorni scorsi, si è svolto "un incontro tra Pd e Articolo Uno Montecatini, per definire una serie di temi su cui rafforzare i momenti di confronto. Ovviamente, il primo è la situazione, difficilissima, del comparto termale. La crisi di Montecatini rischia di compromettere un patrimonio riconosciuto dall’Unesco, come di grandissimo valore ed espressione del fenomeno termale europeo e di produrre ulteriori gravi conseguenze economiche ed occupazionali per l’area della Valdinievole. La soluzione alla crisi deve preservare il patrimonio pubblico rappresentato dai principali stabilimenti e parchi termali, tutelando le risorse professionali e lavorative indispensabili per un futuro rilancio del settore. L’azione delle forze del centrosinistra, rispetto a cui Pd e Articolo Uno vogliono intraprendere un percorso di confronto su questi temi anche a livello regionale, deve impegnarsi a risolvere questa drammatica condizione del compendio termale, superando definitivamente la gestione pubblica ma preservando gli assetti proprietari e gli interessi pubblici coinvolti, trovando anche nelle istituzioni le risorse per gli investimenti necessari a preservare i parchi e gli stabilimenti storici delle Terme".

Il probabile addio della Regione alla proprietà delle Terme continua a far discutere il mondo politico. "Sono stupefatta dalle parole del presidente Eugenio Giani che ritiene positivo il giudizio della Corte dei Conti, che auspica la dismissione di Fidi Toscana e delle Terme di Montecatini. Probabilmente si è confuso con quello di un’altra Regione". Ad affermarlo è Irene Galletti, presidente del gruppo del Movimento Cinque Stelle in consiglio regionale a commento di quanto emerso dall’udienza pubblica del giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione per l’esercizio 2021. "Il severo giudizio dei magistrati della Corte dei Conti – prosegue - in merito al pervicace mantenimento delle partecipazioni, e questo nonostante l’evidente situazione crisi strutturale irreversibile in cui versano molte delle società partecipate o controllate, dovrebbe provocare ben altri stati d’animo. La crisi strutturale della Terme è un fatto noto, ma a differenza delle altre partecipate può vantare un patrimonio immobiliare (riconosciuto per il suo pregio anche dall’Unesco) superiore ai 50 milioni di euro, nonostante i circa 40 milioni di debito. Una società che con interventi mirati può riprendersi, un patrimonio che deve rimanere pubblico e che ha le potenzialità per rigenerare un’economia che la malagestione politica ha consumato negli anni. Insomma, qualcosa di diverso da quello che propone la Regione".

Daniele Bernardini