Attenti al lupo, ma senza avere paura. "Dobbiamo imparare a convivere"

Esperti, cacciatori, agricoltori e ambientalisti a confronto sul tema

Un lupo (Afp)

Un lupo (Afp)

Montecatini Terme, 7 ottobre 2018 -  Il padrone di casa si accorse che nel fienile c‘era qualcosa di strano. Come una presenza ignota che svaniva la mattina lasciando una vaga traccia di sé. Non ci volle molto a capire che ogni notte nel fienile della casa tra Santomato e Montale, dove l‘uomo lasciava sempre ingenti quantità di cibo per gatti, veniva a cercare riparo un‘intera cucciolata di lupi, che puntualmente spariva al manifestarsi delle prime luci dell‘alba.

E‘ questo uno degli esempi di quanto il lupo, che da pochi anni è tornato a popolare le nostre terre, abbia straordinarie capacità di adattamento all‘ambiente e quanto, secondo gli esperti, la sua presenza a valle sia dovuta anche alla prosperità di ungulati, che il lupo caccia regolarmente.

A parlarne venerdì sera al circolo di Margine Coperta a Massa e Cozzile al cospetto di un folto pubblico, tanti esperti e per la prima volta insieme ambientalisti e cacciatori, per l‘iniziativa organizzata da Legambiente, Atc e Cia con la collaborazione delle associazioni Amici del padule di Fucecchio e Andar per Colli. "Per il mondo venatorio – ha detto il presidente dell‘Atc Massimo Damiani – il lupo sta costituendo un problema perché va ad incidere sugli ungulati, soprattutto sulle cucciolate e sui daini, specie con numeri molto scarsi e questo crea un problema all‘ecosistema faunistico venatorio".

"Per questo sono necessari finanziamenti – ha proseguito Damiani – per approfondire gli studi sul lupo nella zona e trovare così soluzioni per salvaguardare gli agricoltori, gli allevatori e le specie ungulate più fragili".

"Ci vorrebbe una politica di gestione della specie seria – ha proseguito il presidente degli agricoltori Cia Sandro Orlandini – anche per tutelare l‘agricoltura di qualità, cosa che spesso i primi a capire sono proprio gli ambientalisti".

Insomma tutti d‘accordo che il lupo può essere un problema, ma anche che può essere arginato con metodi alternativi a quelli più aggressivi. Nel frattempo, secondo il resoconto della responsabile del progetto di monitoraggio del lupo in provincia di Pistoia Francesca Ciuti, sono state stimati otto-dieci gruppi familiari accertati di lupi sul nostro territorio nelle zone appenniniche, prima collina o a ridosso della pianura e sul Montalbano e nel pesciatino. La specie vive in un raggio di 100 chilometri e nel pistoiese hanno occupato tutto il territorio disponibile fino alla fascia basso collinare mentre nelle zone di pianura le presenze sono singole o sporadiche.

"Le prime segnalazioni in aree collinari – ha detto la Ciuti – risalgono a 10 anni da e sono avvenute in risposta alla presenza di ungulati, quindi di cibo. Tra il 2014 ed il 2017 abbiamo trovato otto carcasse di lupo di cui quattro a Ponte alla Venturina, nella Nievole, nel pesciatino e sull‘autostrada Firenze-Mare all‘altezza di Agliana. Tutte in aree con forte presenza dell‘uomo. La nostra necessità adesso è quella di avere i fondi necessari, che col tempo sono andati semrpe più diminuendo, per poter mettere il collare ai lupi catturati nei centri periurbani per avere maggiori indicazioni sul loro comportamento".