Biancaneve coi tacchi e reggicalze La provocazione abbaglia Sgarbi

Al Fuorisalone il marmo di Gualtiero Vanelli esalta l’arte di Veneziano

La statua

La statua

Carrara, 4 aprile 2017 - L'ultima provocazione di Gualtiero Vanelli. Tacchi a spillo, reggicalze, seno nudo: Biancaneve si toglie i veli e si carica di malizia scolpita di marmo bianco. Pittura e scultura si danno la mano e lo fanno al Fuorisalone di Milano, con il marmo di Gualtiero Vanelli e le icone pop di Giuseppe Veneziano. Il visitatore raggiunge Biancaneve attraversando una soglia fantastica: l’ingresso prende la forma di un buco della serratura e dà accesso a una dimensione intima in cui lo spettatore deve “farsi piccolo” per potere entrare nel contemporaneo paese delle meraviglie al cospetto della più bella del reame. Con la volontà di produrre un’arte che racconti una storia accessibile a tutti, Veneziano sceglie soggetti immediatamente riconoscibili. Spirito pop dunque, cui si unisce lo spirito del popolare siciliano del quale l’artista vuole evocare l’atmosfera attraverso l’uso di colori saturi e tonalità accese. In occasione dell’esposizione, Marbizo, l’ultima nata delle aziende Vanelli che basa la sua produzione di oggetti in marmo su criteri di sostenibilità ambientale, utilizzerà la polvere risultata dalla lavorazione di White Slave per creare miniature dell’opera attraverso una innovativa tecnologia di stampa tridimensionale Ieri a palazzo Crespi in corso Venezia un esuberante Vittorio Sgarbi, davanti a un folto pubblico, ha inaugurato la mostra che fino a sabato rappresenterà negli spazi Artcurial, Carrara, la sua arte, il suo marmo e il suo design. Biancaneve in lingerie, lussuriosamente seduta sulla sedia Panton, è stata riprodotta in 3d nel bianco che più bianco non si può delle cave di Vavelli, da Robot city.

Una scultura che trasforma il celebre personaggio delle favole della nostra infanzia, in una discinta e lasciva ammagliatrice. Il resto è stata una mostra dove Vanelli ha centrato il suo obiettivo di calare nel marmo il suo design. In fiera quella che dovrebbe essere la tanto decantata filiera corta: nello spazio di Vanelli si vede la Biancaneve riproposta nella pittura, in altre miniature, fino all’applicazione nel commercio. Gianfrancesco De Coltelli, mastro gelatiere ha preparato la ‘mela stregata’. «Veneziano – ha spiegato Sgarbi – si libera dalla terra che gli impone stereotipi siciliani. Non c’è isolamento, è un siciliano che si muove e, come i grandissimi scrittori del ‘900 che hanno collegamento con Milano, vedi Sciascia, egli trova legame con Carrara e Pietrasanta. L’artista che costruisce sogni di pietra ha incontrato dei ragazzi come Gualtiero Vanelli, che pensano a una ‘cava leggera’, ha dovuto trovare idee che siano leggere, che sposino la cava, luogo pesante, e quando riesce a convincere gli artisti di questa filosofia, escono idee come la macchina per fare gelati: Veneziano raccoglier la sfida e ne fa un capolavoro. L’estro selvaggio di Vanelli e la sua finezza intellettuale sono ripagate. L’opera più importante vede un tappeto rosso circolare che evidenzia il biancore della statua, niente è più simile all’anima: in tutte queste opere prevale lo spirito sulla materia, nessuna pietra riesce, come quella di Carrara, ad alludere all’anima, quest’opera è un’essenza, Le mani legate danno un’aria ingannevole a questo viso da studentessa. Veneziano si avvicina a Antonello».